La Lazio programma il futuro

A fine stagione scontato l'avvicendamento in panchina. Il matrimonio tra Lotito e Rossi è finito da tempo, è andato avanti per «convenienza» di entrambi i protagonisti. Da una parte un presidente che ha evitato di gravare sul bilancio societario evitando di mettere a libro paga un altro tecnico, dall'altra un allenatore che - Benfica a parte - non aveva proposte convincenti. E' nata così l'ennesima stagione biancoceleste, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. A giugno ci sarà il cambio in panchina, una separazione inevitabile dopo dodici mesi di sopportazione reciproca. I tifosi da tempo invocano l'arrivo di Diego Pablo Simeone che in casa laziale ha lasciato un ricordo eccellente. Il Cholo ha mille pregi e un solo difetto: è un personaggio con troppa personalità, ingombrante, che attirerebbe su di sè ogni attenzione togliendo visibilità. Sarebbe un'eclissi di sole che non è contemplata nei programmi societari. E allora si cercherà altrove. L'identikit è quello di un tecnico emergente, dal profilo basso, non troppo caratterizzato dalla lazialità innata, in grado di portare avanti il progetto di Lotito. I dirigenti già nei giorni scorsi hanno avviato i contratti sentendo - al telefono - l'attuale tecnico del Livorno Leonardo Acori. Ma nel mirino ci sono anche Walter Mazzarri della Sampdoria e Roberto Donadoni. Il primo ha un altro anno di contratto con il club doriano, ma a fine campionato sicuramente andrà via. Già nella passata stagione, Lotito lo aveva contattato per pianificare il dopo Rossi. Ma negli ultimi mesi anche l'ex ct della nazionale Roberto Donadoni sembrerebbe entrato nelle grazie del numero uno biancoceleste. Reduce da un Europeo fallimentare, l'ex tecnico di Lecco, Genoa e Livorno potrebbe tornare su una panchina di serie A dopo l'esperienza alla guida della nazionale Campione del Mondo. Il cammino di Donadoni allenatore di certo non è incoraggiante: esonerato e poi richiamato a Lecco, avvicendato col Genoa dopo tre partite, alzò bandiera bianca anche a Livorno. Al di là del curriculum impreziosito dall'azzurro Savoia, Donadoni non ha mai concluso una stagione in Serie A, e i numeri sono eloquenti: 43 panchine in serie A, 41 in serie B, 21 in serie C. Totale 105 partite di cui 35 vinte, 35 pareggiate, 35 perse: sarebbe una scommessa, l'ennesima.