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Gianfranco Giubilo Un campione, un ...

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Giacomo è stato per me un amico tra i più cari, forse per la reciproca convergenza di interpretazione della vita e dei sentimenti che questa produce. Un grandissimo, nel mondo del calcio, al di là della minore popolarità rispetto ad altri grandissmi attori che il palcoscenico delle Olimpiadi romane aveva proposto all'attenzione non soltanto dell'Italia, ma di tutto il mondo, su tutti Gianni Rivera, più tardi l'eterno rivale Sandrino Mazzola. Meno disposto all'estetica pura, Bulgarelli era per altro il più completo centrocampista italiano di quel periodo: testa alta, andatura compassata, ma anche tocco raffinato perfino quando l'azione prevedeva ritmi più frenetici. Purtroppo il suo infortunio lasciò l'Italia in inferiorità numerica nella drammatica partita di Middlesbrough, quella che ci avrebbe consegnato all'irrisione del mondo calcistico per l'eliminazione dal Mondiale d'Inghilterra per mano della Corea del Nord dell'ontotecnico Pak Doo Ik. Per Bologna, per il Bologna, un autentico monumento, 468 partite giocate sempre cn la stessa maglia. Una fedeltà ben più sostanziosa di quanto indichino le cifre in rapporto a quelle attuali, da quando basta giocare tre minuti per aggiudicarsi il gettone di presenza. Considerazione che vale anche per la maglia azzurra, da Giacomino a lungo onorata, con ventinove presenze e sette reti, sempre di qualità. Un ricordo personale: al suo fianco ho giocato in una partitella tra il Bologna, appena laureatosi campione d'Italia nello spareggio con l'Inter, e una formazione di giornalisti romani rinforzata da Rado, secondo portiere, Tumburus e appunto Bulgarelli. Per la cronaca perdemmo uno zero all'ultimo minuto, non infierirono i vari Janich, Fogli, Nielsen, Haller e via dicendo. Di lui voglio rammentare ancora gli irresistibili racconti degli occasionali scontri con il mitico presidente Dall'Ara, con il quale era delegato a parlare a nome dei compagni nonostante la giovanissima età. Una grande personalità, a fine carriera, anche nell'interpretazione, forse la prima, della spalla tecnica del telecronista, su Montecarlo: competenza, disinvoltura dettata dal buon livello culturale, apprezzabile ironia, toni morbidi. Un grande abbraccio, l'ultimo, ai tuoi cari l'espressione di chi ne condivide, di cuore, il lutto crudele.

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