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È un'Italia poco «Gigante»

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I nostri, dietro. Quattro nei primi dodici, è vero: ma in queste competizioni conta piazzarsi tra i primi tre, il resto va in soffitta. E allora: quinto (ma terzo al termine della prima manche) Max Blardone, che al solito buca gli appuntamenti importanti, ottavo Alexander Ploner (lui sì, bravo: era il meno accreditato e certo non ci si poteva aspettare di più), undicesimo Davide Simocelli (vale il discorso fatto per Blardone) e un gradino ancora più sotto Manfred Moelgg. Quest'ultimo era sesto dopo la prima manche, raddoppiato quindi sostanzialmente il distacco nella seconda. La sua è stata un sorta di gara del gambero, pur con l'attenuante di avere rimediato nel riscaldamento una forte e dolorosa botta alla mano sinistra che gli si è gonfiata. «Adesso penso solo allo speciale di domenica - spiega -. Darò il massimo, con la mano non ci saranno problemi». Il capitolo gigante sulla Bellevarde si è così chiuso senza gloria per l'Italia: l'unico azzurro ad aver vinto su questa micidiale pendenza rimane Alberto Tomba, oro ad Albertville nel 1992. Oggi, ultima gara del programma femminile. Si chiude con lo slalom, disciplina che quest'anno ha visto trionfare quattro volte consecutive in Coppa del Mondo la tedesca Maria Riesch. È lei la favorita numero uno, certo non le nostre che in stagione hanno all'attivo il solo secondo posto di Nicole Gius nello slalom di Zagabria. Oltre alla Gius, le altre azzurre in gara saranno Manuela Moelgg, l'arrabbiata (dopo il quatro posto in gigante) Denise Karbon e la giovane Irene Curtoni. Vale incrociare le dita.

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