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Lippi: ora sono più forti ma tra un anno e mezzo

Marcello Lippi

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Al tecnico dell'Italia non rimane che analizzare i motivi della sconfitta in questo derby del mondo, la sfida fra le due nazionali più titolate di sempre. «Mi brucia perdere, perchè non c'ero più abituato», dice Lippi. «Ora sono più forti ma tra un anno e mezzo chissà»: insomma, appuntamento al Mondiale. «In fondo abbiamo perso con il Brasile, non con una squadra qualsiasi. Loro hanno tanta qualità, erano molto motivati e hanno giocato meglio di noi, però paradossalmente è stata l'Italia ad avere più occasioni: nel finale Julio Cesar ha compiuto due parate decisive. Sulla conclusione di Toni è stato eccezionale. E poi bisogna tener conto che ad inizio partita ci hanno annullato un gol regolare (quello di Grosso n.d.r.) e forse sull' 1-0 per noi avrebbe potuto essere un'altra partita. La cosa che mi è piaciuta di meno è l'esagerato timore reverenziale che abbiamo avuto nei confronti del Brasile. So che non capita tutti i giorni di affrontarlo, e che per alcuni dei miei era la prima volta che giocavano una partita del genere, però non mi aspettavo di pagare un dazio così alto. Ora dobbiamo recuperare alcuni giocatori». A Lippi viene chiesto se possano essere Del Piero e Cassano, e la risposta è immediata: «Può essere. Giuseppe Rossi? Mi è piaciuto molto». Una nota stonata di una partita giocata in un'atmosfera incredibile «ed in uno stadio bellissimo» (il giudizio è di Lippi), al ct azzurro non è piaciuto il comportamento del suo collega Dunga, quando se l'è presa con Zambrotta per un fallo su Marcelo. «Dunga ha protestato platealmente - dice Lippi - e non solo in quella circostanza. Ma se lo avessi fatto anch'io, visto che di falli ne hanno fatti anche i brasiliani, sarebbe stata una confusione totale». A giugno fra Italia e Brasile ci sarà la rivincita nella Confederations Cup in Sudafrica, dove si respirerà già aria di Mondiale. Lippi giura che i suoi si faranno trovare pronti.

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