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Lezione di samba: Italia sconfitta

La partita Italia-Brasile a Londra

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Archiviate per una sera le polemiche sul caso Battisti, migliaia di tifosi gremiscono di colori l'avveniristico impianto londinese, spettatori privilegiati di uno spettacolo ripreso dalle tv di 152 Paesi. Dodici anni sono passati dall'ultimo Brasile-Italia: si giocò a Lione e fu un 3-3 che lasciò in equilibrio il computo dei precedenti (12, con 5 successi a testa) tra le due nazionali più titolate del mondo (9 titoli, di cui 4 italiani). In ballo c'è anche il record di Lippi, a caccia del trentaduesimo risultato utile consecutivo da ct. Un motivo in più per aspettarsi un'Italia propositiva, se non arrembante. Ma la partita si giocherà tutta a ritmo di samba. Orfano di Kakà, Dunga tiene fuori Pato, sistemando Robinho e Ronaldinho alle spalle di Adriano e regalando al viola Felipe un esordio indimenticabile. Sullo scacchiere di Lippi la novità è Montolivo, mentre in avanti Pepe e Di Natale dovrebbero infilarsi nei varchi aperti da Gilardino. Dovrebbero, perché è subito chiaro che i brasiliani hanno una marcia in più. La prima emozione è comunque azzurra con Grosso, che al 4' insacca al volo su lancio di Pirlo, ma la bandierina è inspiegabilmente. Poi, per mezzora buona, c'è solo il Brasile. Reattivi e determinati, i carioca aggrediscono un'Italia in costante affanno in difesa, dove le amnesie di Cannavaro & Co. sono a tratti imbarazzanti. Proprio un errore di Legrottaglie, al 13', innesca Elano: servito da Ronaldinho, il centrocampista del City si appoggia di tacco su Robinho, ricevendo la palla di ritorno e battendo Buffon con il destro. L'Italia arranca, faticando a contenere i brasiliani che al 27' raddoppiano con Robinho al termine di un contropiede avviato da Lucio con Grosso a terra: dopo aver rubato palla a Pirlo, l'ex madridista si beve Zambrotta e infila col mancino l'angolo alla sinistra di Buffon. Il portierone trema poi al 30' sulla punizione di Ronaldinho e al 39' sulla sventola di Elano. In mezzo, al 32' e al 36', un destro di De Rossi e un sinistro alto di Grosso. Nella ripresa Lippi si gioca subito quattro cambi (entrano Camoranesi, Perrotta, Rossi e Toni) e l'Italia appare rinfrancata. Al 12' c'è spazio per Aquilani, che rileva De Rossi (il romanista esce per una botta al collo del piede destro), al 19' azzurri di nuovo in gol con Toni, che però controlla con un braccio: giusto annullare. Se non altro, teniamo botta e meriteremmo almeno un gol, quello che Julio Cesar nega a Toni al 37' (girata da pochi passi) e a Grosso al 43' su una punizione di sinistro a girare. Tra i campioni del mondo e i funamboli di Dunga, che nel finale litiga con tutti, resta però una categoria di differenza. Almeno per una sera.

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