La Roma sorride, Aquilani no
La vittoria netta sul Genoa, strapazzato sul campo e agganciato in classifica, alimenta l'entusiasmo della Roma. Nessuno ha fatto meglio dei giallorossi nel 2009: 14 punti in sei partite (più i 3 conquistati nel recupero con la Samp) contro i 13 della sorpresa Cagliari, i 12 del Milan e gli 11 della capolista Inter. E domenica si presenta la possibilità concreta di agganciare la zona-Champions per la prima volta in questa stagione: la Roma va a Bergamo, mentre Genoa e Fiorentina si scontrano al «Marassi». Un traguardo impensabile ritornando con la mente al 16 novembre, quando i giallorossi si giocavano il derby con appena otto punti in classifica dopo dieci partite. Da quella notte non si sono fermati più e ora, come ha confermato De Rossi domenica, a Trigoria si pensa in grande. «Intanto centriamo il quarto posto - ha aggiunto ieri Tonetto - poi se saremo ancora in tempo guarderemo al terzo. Gli infortuni dei terzini? Io quest'anno ho già dato e adesso sto bene». Aspettando Cicinho, Cassetti e Riise, Spalletti ha «scoperto» domenica l'affidabilità ad alti livelli del neo-arrivato Motta, un acquisto che permette al tecnico di sopperire all'emergenza. Nella Roma sta finalmente girando tutto nel verso giusto e neanche il delicato caso-Panucci ha scalfito le certezze riacquistate dalla squadra. Tra tanti volti sorridenti c'è però un caso isolato, quello di Alberto Aquilani. Mentre i giocatori festeggiavano il successo con il Genoa sotto la Sud lui tornava sconsolato negli spogliatoi e ignorava il saluto di Spalletti. È la fotografia di un ragazzo che non riesce più ad essere sereno. Neanche dopo aver smaltito l'ultimo infortunio della lunga e maledetta serie. Con il tecnico ha chiarito subito il malinteso di domenica pomeriggio, oggi parteciperà all'amichevole di lusso della nazionale contro il Brasile ma il suo malessere è un dato di fatto. E il rinnovo di contratto rappresenta un aspetto marginale. A dicembre la Sensi ha promesso al suo procuratore che le richieste di Aquilani verranno accontentate e a Trigoria restano tutti convinti che presto arriverà la firma fino al 2013. Quello che preoccupa il centrocampista è il rapporto con una tifoseria, sempre più fredda nei suoi confronti. Ormai Aquilani soffre l'Olimpico e i fischi di domenica hanno allargato la ferita. Non a caso, le ultime sue prestazioni positive sono arrivate nei minuti giocati a Napoli e Reggio Calabria. Romano, romanista ma poco amato dalla gente romana: un paradosso con cui si scontra da qualche mese a questa parte. Poi c'è la questione tecnica, anche questa rilevante. L'esplosione di Brighi e il nuovo modulo non consentono ad Aquilani di ritagliarsi un posto fisso nella Roma. Con il Genoa mancava Pizarro e Spalletti lo ha tenuto comunque fuori. C'è rimasto male, come quando Baptista non gli ha passato un paio di palloni. Reazioni di un ragazzo prodigio che non sa ancora come si fa a diventare «grande».