Alla ricerca dello Zarate perduto
A settembre, sei gol in campionato fino alla magica doppietta di Torino, poi solo due reti, una su punizione al Siena e un'altra nella favolosa rimonta di Udine. Oltre 120 giorni da «normale» dopo quel mesetto da «fenomeno». Per carità ha sfornato altri sei-sette assist, ha segnato il rigore importante di Milano contro i rossoneri in Coppa Italia, però non ci sono molte tracce della sua classe in questa ultime fase di stagione. Di certo le difese delle squadre avversarie hanno imparato a conoscerlo e così viene quasi sempre raddoppiato dai difensori per timore di lasciargli troppo spazio ma è impensabile che abbia smaltito quell'esplosività che lo aveva fatto salire alla ribalta nei primi turni di campionato. Maurito si allena sempre con grande intensità ma il gol gli comincia a mancare. E non ha digerito qualche critica di troppo per uno che sarà pure un po' egoista ma rischia sempre la giocata decisiva per far vincere la propria squadra. L'altro giorno è arrivata anche la punzecchiata di Totti che, a domanda precisa, ha risposto: «No, Zarate non è un campione». Il piccolo attaccante argentino ha incassato in silenzio, aspetta di ritrovarsi in campo e segnare gol importanti con la maglia della Lazio. Senza dimenticare l'appuntamento dell'11 aprile contro il capitano romanista per dimostrare che Maurito Zarate, se non è ancora un campione, ha tutto per poterlo diventare in fretta. Intanto Lotito sta già lavorando da alcuni mesi al rinnovo del contratto in scadenza nel 2010 prima di dare il via all'operazione riscatto con l'Al Saad. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare a Roma il suo agente-fratello per chiudere l'accordo. Diciotto milioni totali da versare nelle casse del club arabo, ma Zarate li vale tutti per il presidente della Lazio.