Rossi non si tocca
Di facciata o no questa è la situazione. Per il momento non sono previsti cambi in corsa, la rivoluzione scatterà a giugno visto che il ciclo di Rossi sulla panchina biancoceleste è terminato. E anche gli scommettitori credono a Lotito e «bancano» la conferma del tecnico riminese fino al termine della stagione a quota 1.85. A margine della presentazione della moto della società sportiva Lazio messe all'asta e il cui ricavato andrà alla fondazione Gabriele Sandri, il presidente biancoceleste ha provato a spiegare le sconfitte subite che hanno ridimensionato il convincente ma fuorviante avvio di stagione. «Sono parentesi - spiega Lotito - che nascono, crescono e spero finiscano in un tempo ristretto, come è accaduto per altre squadre. Abbiamo subito tre sconfitte nelle ultime partite, con il Cagliari abbiamo perso e forse avremmo potuto vincere perchè abbiamo sprecato due rigori e cinque palle gol davanti al portiere avversario. Altrettanto è capitato alla Juve. Sono situazioni che possono accadere e mi auguro sia solo una parentesi». Di certo, però, non bastano le parole del presidente a restituire serenità all'ambiente laziale dilaniato dalle polemiche. Sotto accusa tutti. I tifosi imputano al presidente di non aver creato una struttura societaria in grado di aiutare il tecnico nei momenti difficili, di aver comprato tanti giocatori inutili che adesso costano svariati milioni di stipendio, di essere troppo distratto dalla vicenda-stadio e di aver quindi trascurato l'aspetto tecnico. A Rossi di non aver dato un gioco alla squadra, di non aver saputo gestire l'esplosione di Zarate e il successivo rientro di Rocchi, di aver concesso poco spazio a calciatori che ne avrebbero meritato di più (Firmani ad esempio), di aver chiuso la porta in faccia a Diakité (da titolare inamovibile a due tribune consecutive che sanno di bocciatura). Ma la rabbia della gente laziale è soprattutto per i giocatori perché in fin dei conti sono loro che vanno in campo a fare brutte figure. È soprattutto il lato caratteriale a far indignare i tifosi: la squadra lotta poco e nelle ultime gare si arrende alle prime avversità. La mancanza di reazione contro Samp e Milan non piace nemmeno a Delio Rossi che oggi alla ripresa della preparazione processerà il gruppo per i soliti errori commessi nella fase difensiva. Quindi, contestazione totale, verso tutte le componenti che stanno riportando la Lazio ai livelli della passata stagione chiuso con un deludente dodicesimo posto. La zona Uefa è lontana sei punti e in più in mezzo ci sono altre tre squadre prima di agganciare l'Europa a meno che la Coppa Italia non regali il palcoscenico internazionale. All'orizzonte poi c'è la durissima trasferta di Firenze contro una squadra, guarda caso, tornata in forma proprio nell'imminenza della sfida contro i biancocelesti. Senza gli squalificati Siviglia e Radu ma con i rientranti Foggia e Lichsteiner, servirà una grande prestazione per riuscire a invertire il trend negativo.