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L'Italia vuole tornare grande

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Il programma odierno prevede infatti la disputa del superG femminile, disciplina nella quale l'azzurra guida la classifica di Coppa del Mondo dall'alto di una vittoria e un terzo posto su tre gare disputate. Principale rivale odierna potrebbe essere la svizzera Lara Gut: meglio però non trascurare la svedese Anja Paerson, atleta capace di tutto ai Mondiali. Sarà insomma un inizio che potrebbe regalare subito il botto a Casa Italia, pronta a incrementare il bottino iridato che finora conta 56 medaglie nelle 29 edizioni andate in archivio: 19 d'oro, 18 d'argento e 19 di bronzo. Il record nostrano lo detiene Deborah Compagnoni, con 3 titoli conquistati tra Sierra Nevada 1996 e Sestriere 1997. Altre due medaglie d'oro sono poi state vinte da Alberto Tomba (Sierra Nevada 1996), Isolde Kostner (Sierra Nevada 1996 e Sestriere 1997), Gustav Thoeni (St. Moritz 1974) e Zeno Colò (Aspen 1950). L'atmosfera è quella giusta: tanta neve, 1500 giornalisti accreditati, 200.000 spettatori attesi sui siti di gara. «Possiamo fare bene - è la fiduciosa introduzione di Claudio Ravetto, direttore tecnico dell'Italia - punto soprattutto sui velocisti e su Denise Karbon: lei ha l'istinto del killer, nelle occasioni che contano ha la capacità di tirare fuori il meglio di sé». Oggi, in ogni caso, chi può far saltare il banco è la 22enne bresciana Nadia Fanchini, tornata quest'anno ad altissimi livelli dopo avere perso gran parte della scorsa stagione a causa di un'aritmia cardiaca che ne aveva messo in dubbio l'idoneità agonistica. «È una pista nuova, che non conosco tantissimo - spiega -. L'ho provata verso fine marzo dello scorso anno, un paio di giorni e non di più. Voglio una medaglia, certo: spero di fare tutto in modo corretto, poi quello che viene viene. Ho fiducia, non lo nascondo». Come lei, tutti i più attesi protagonisti alla rassegna iridata. Alcuni di questi sono vicini al Grande Addio: Hermann Miaer, per esempio, alla bella età di 36 anni potrebbe non avere più altre chance per salire su un podio così prestigioso. Miller, invece, non ha problemi anagrafici ma motivazionali e chissà per quanto andrà ancora avanti. I motivi di interesse sono infiniti: Svindal, un anno fa vicino addirittura alla morte, è invece già riuscito a vincere in Coppa ed è difficile non immaginarlo sul podio qui. Poi ci sono Kostelic e Grange - splendidi finora soprattutto in slalom, al pari di Herbest, ma non solo - Zettel e Riesch, Ligety e Cuche. Ci sarà di che divertirsi.

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