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Il Tas ferma Mannini e Possanzini, è caos

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La loro sospensione scadrà il 14 gennaio 2010, visto che già hanno scontato i 15 giorni inflitti dal Tribunale antidoping del Coni (contro cui la Wada ha fatto ricorso) dopo che la Figc li aveva assolti. «Quella della Wada - ha detto Grassani, legale dell'attuale calciatore del Napoli - è una decisione presa 14 mesi dopo i fatti attraverso un iter di tre gradi di giudizio. La Figc non aveva ritenuto di intervenire, il Tribunale antidoping del Coni li aveva fermati per 15 giorni ed infine il Tas li ha ritenuti criminali conclamati di doping e li ha squalificati per un anno». Furibondo il presidente del Brescia, Gino Corioni. «Ricorreremo a tutto quello a cui possiamo ricorrere, perchè i due ragazzi non hanno fatto niente. Questa sentenza è una presa in giro per tutti: per noi, per i giocatori, per la Federcalcio, per il Coni e per la Lega. È una porcata pazzesca». Delusione e stupore anche per il tecnico del Brescia Nedo Sonetti. «Se dovessi dire quello che in questo momento ho nella testa e nel cuore, direi delle cose piuttosto gravi nei confronti di tutti: è una vergogna». «Sono profondamente deluso da questa sentenza e mi sento molto vicino a Possanzini e Mannini». È il pensiero di Serse Cosmi, che era l'allenatore del Brescia all'epoca dei fatti contestati a Possanzini e Mannini. Di «ingiustizia colossale» parla invece il dg del Napoli, Pierpaolo Marino. «Questa vicenda non la posso giudicare oggettivamente perchè l'abbiamo ereditata, ma mi sembra assurdo tutto l'impianto accusatorio. Sono stati immolati come martiri due giocatori non positivi al doping». A favore dei due atleti si è schierata anche l'Aic che propone addirittura la sospensione dei campionati di A e B. «L'Associazione Italiana Calciatori - si legge in un comunicato - esprime sconcerto e indignazione per una sentenza aberrante e spropositata rispetto all'infrazione contestata».

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