Ricompaiono le ombre del passato
Tornano a fluttuare le ombre di un passato che nessuno può dimenticare, anche se è difficile che si debbano rivivere i giorni bui nei quali il potere reale era in mano a chi non ne aveva diritto. In soldoni, non penso che le sviste di Orsato possano riproporre gli stessi umori sollecitati, anni fa, quando il suonatore di fischietto si chiamava Racalbuto o De Santis. Si sbaglia molto, è innegabile, però il fantasma di un complotto per un quarto di finale di Coppa Italia non sembra ipotesi praticabile, specialmente di fronte a un giovane arbitro che aveva mostrato sempre scarsa suggestione per i fattori ambientali. Desta comprensione, ma non solidarietà, il fatto che Orsato abbia avvertito la sensazione di avere danneggiato la Roma e in qualche modo tentasse di risarcirla, altrimenti riuscirebbe inspiegabile il mancato secondo giallo a un Mexes che non vuole saperne di mantenere il controllo dei propri nervi. Non sono d'accordo con l'insistenza sul livello modesto della nostra classe arbitrale, sufficiente per riabilitarla un minimo di attenzione ai campionati stranieri, nessuno in Italia ha raggiunto livelli bassi come quelli di un Perez Burrull, sospeso in Spagna dopo lo scempio di Real Madrid-Osasuna. Collina ha comunque il dovere di farsi sentire dai suoi allievi per imporre almeno che gli inevitabili errori siano divisi con maggiore equità, per allontanare sospetti di privilegi. Si sussurra che la Roma starebbe preparando un dossier sui torti subiti: da consegnare non si sa a chi, forse al vicepresidente della Lega, insomma Rosella Sensi dovrebbe affidarlo a se stessa. E comunque questo tipo di denuncia non ha mai prodotto effetti apprezzabili, anche perché su molti episodi le valutazioni dipendono spesso da interpretazioni poco obiettive. Inutile ripercorrere le strategie di Cobolli Gigli o dei Della Valle, meglio auspicare una presa di coscienza da parte di Gussoni e Collina. Che trasmetta serenità: a tutti, non soltanto agli ufficiali di gara.