Se la sorte non cambia direzione
In questo senso, la sorte non cambia direzione. L'avvio in salita dei romanisti l'avevano determinato l'arbitro, fallo da rigore su Vucinic e giallo per l'attaccante, indotto dallo spintone a colpire con la mano, e poi la difesa sul rinvio: Juan e Riise a sterilizzarsi a vicenda, scivolone di Cicinho, timido Mexes, facile per Adriano. Poi, salvo uno splendido destro al volo di Stankovic respinto dalla traversa, ha prodotto tanto gioco la Roma, creando anche situazioni interessanti, poco fortunate le finalizzazioni. Taddei, che stava per uscire (invece fuori Vucinic, acciccato) ha siglato il pari, ma ancora la terna arbitrale a decidere, Samuel in fuorigioco, sul miracolo di Artur ha ribadito in gol Ibra. Roma squilibrata alla caccia del nuovo pari, invano. Per la serie «facciamoci riconoscere», ancora un regalo di Mamma Rai, che ha acquistato diritti della Tim Cup per ammannircela, criptata, sul suo canale sportivo satellitare. E poi qualcuno sostiene che non si deve esultare quando annunciano che i due prossimi Mondiali saranno in mano a Sky, garanzia di qualità per immagini, commenti, spiegamento di forze. Non l'hanno presa bene, tutte le vittime del canone forzato, vediamo quale altra scusa troveranno i responsabili di questo scempio. Per la cronaca, ad approdare in semifinale è stata la Samp, ai rigori, Udinese nel baratro. Stasera un altro brandello della coperta lacera che rappresenta l'attuale volto della Coppa Italia, in campo Lazio e Torino. Poi bisognerà avere un po' di pazienza, un paio di settimane prima di vedere di fronte Juventus e Napoli. Pur non dovendo fare fronte a impegni internazionali, Delio Rossi pensa che la rincorsa all'Europa che conta sia da privilegiare rispetto alla pagliacciata della Coppa Italia. Non ha torto, se si pensa che la Lazio potrà concentrare tutte le sue risorse fisiche e mentali sul cammino in campionato, riflessioni che i cugini non si possono consentire, visto che incombe il doppio confronto con l'Arsenal.