Melbourne apre gli Slam Ora il tennis fa sul serio
Il secondo cambiamento era stato annunciato a settembre all'Open Usa, dove Andy Murray aveva raggiunto a sorpresa la finale, ma ha preso consistenza nelle prime settimane del 2009 quando lo scozzese si è proposto come campione emergente facendo dimenticare che l'anno scorso il serbo Novak Djokovic aveva firmato il primo e l'ultimo grande appuntamento della stagione, vale a dire l'Open d'Australia e il Masters. Una sconfitta al primo turno subita da Djokovic nella prima uscita stagionale è stata oscurata dalle vittorie di Murray che nell'esibizione di Abu Dhabi ha battuto prima Nadal e poi Federer e poi dalla successiva affermazione dello stesso Murray su Federer nel torneo ufficiale di Doha. I bookmakers hanno subito recepito ma il tecnico e il presunto esperto, quale io con un po' di presunzione mi ritengo, non deve farsi confondere, pur tenendone conto, da situazioni che attendono di essere confermate da un tipo di competizione diversa com'è quella proposta dai tornei del Grande Slam. Nei quali, com'è noto, a parte le particolarità della superficie (in Australia si gioca, come a Flushing Meadows, sul cemento, a Parigi sulla terra e a Wimbledon sull'erba) sono importanti le condizioni ambientali che a Melbourne sono particolarmente difficili. Ecco allora che possono diventare decisive la maggiore abitudine di Federer che in carriera ha portato a termine per tredici volte (tre in Australia) il percorso netto (sette partite consecutive al limite dei cinque set). Insieme alla maggiore compostezza stilistica Federer puà dunque compensare lo svantaggio anagrafico nei confronti dei suoi rivali. Lo svizzero ha 27 anni, Nadal 22, Murray e Djokovic 21. Per quanto riguarda Nadal c'è un'altra considerazione da fare. Fino ad oggi il numero uno del mondo nelle 10 occasioni (4 in Australia, 6 negli Stati Uniti) in cui ha affrontato uno slam sul cemento non ha raggiunto nemmeno una finale. Solo l'anno scorso ha conquistato la semifinale, fermato dal francese Tsonga in Australia e da Murray a New York. Messe insieme tutte queste indicazioni , credo che siano stati troppo frettolosi i bookmakers nell'eleggere Murray favorito per l'Australian Open e retrocedere Djokovic, che è comunque il detentore del titolo a Melbourne, al 4° posto. Detto questo, le possibilità che questa prova dello Slam possa essere vinta da un giocatore non compreso tra i primi quattro mi sembrano minime e, se proprio si vuole un paragone calcistico, mi sembrano uguali a quelle che il nostro campionato di serie A possa essere vinto da una squadra diversa da Inter, Milan, Juventus e Roma. Ben diversa è la situazione nel settore femminile dove c'è molto più equilibrio. Purtroppo gli organizzatori dell'Open d'Australia, in questo non meno ottusi di quelli di Parigi e di New York ma meno competenti di quelli di Wimbledon, si sono limitati a copiare, nella compilazione delle teste di serie, le indicazioni del computer che, com'è noto, sa far di conto ma non conosce il tennis. Non so se ha ragione Serena Williams a strillare perché si ritiene la numero uno, ma la cosa più intelligente che a Melbourne dovevano fare è assicurarsi che le due sorelle Williams che, se sono in forma e motivate (negli Slam lo sono spesso, tanto che ne hanno vinti 16, 9 Serena e 7 Venus) non fossero collocate dalla stessa parte del tabellone. Invece è successo che Serena, numero due, sia stata sorteggiata dalla stessa parte di Venus (numero 6). Non potremo avere una finale in famiglia (alcune, per la verità, sono state brutte ma le ultime hanno proposto autentici spettacoli) ma le leggi dello sport andrebbero rispettate. È vero che le Williams possono essere vulnerabili ai primi turni ma, ripeto, se sono a posto sono di un'altra categoria. Il tennis femminile propone, oltre all'equilibrio, un'altra anomalia, quella di una numero uno (Jelena Jankovic) che non ha mai vinto un torneo dello Slam. Si può comunque scommettere che il torneo australiano lo vinceranno una delle Williams, una russa o una serba, anche se Ana Ivanovic, che l'anno scorso ha vinto a Parigi ed è stata finalista in Australia, ha vinto poco negli ultimi tornei.