Carlantonio Solimene c.solimene@iltempo.it Anche in serie A ...

Nello scorso campionato, alla 18ª giornata, tra le mura amiche erano stati conquistati 273 punti. Nel 2008/09 sono 343, circa il 25% in più. Ad approfittarne sono soprattutto le cosiddette sorprese del torneo, a partire dal Napoli che, in un'ipotetica classifica che considerasse solo i punti ottenuti in casa, occuperebbe il primo posto davanti al Milan. In terza posizione un'altra squadra rivelazione, il Genoa, appaiato all'Inter e seguito a ruota dal Catania. Proprio la formazione etnea ha fatto dell'inespugnabilità del «Massimino» il suo punto di forza. Basti pensare che la squadra di Zenga ha conquistato in casa ben 22 dei suoi 25 punti totali. Il chè, volendo capovolgere il discorso, la posizionerebbe addirittura al penultimo posto in una classifica che tenesse conto solo dei risultati conseguiti in trasferta. Si è tornati così a un calcio simile a quello degli anni '80, dove alcuni stadi erano terreno minato per qualsiasi squadra, comprese le cosiddette «grandi». Tra le cause, probabilmente, c'è il ritorno in serie A di alcune piazze «calde» del sud. Proprio Napoli e Catania, ma anche il Palermo (21 punti su 28 al «Renzo Barbera»), sono i casi più emblematici. Ognuna di queste squadre ha una sua specificità. A Napoli e Palermo influisce senza dubbio il tifo sugli spalti. A Catania, invece, si sono scatenate spesso polemiche su quello che accade immediatamente a ridosso dal campo. Genoa e Atalanta in casa mostrano più personalità mentre per Siena e Cagliari si può parlare semplicemente di casualità e fortuna. Ci sono dei casi, però, in cui a dare qualche «aiutino» alle padrone di casa ci hanno pensato gli arbitri. Domenica, ad esempio, il Napoli è passato sul Catania anche grazie alla direzione «compiacente» di Celi. Così come, al «San Paolo», era accaduto anche con la Sampdoria (gol regolare annullato a Cassano). Probabilmente è il prezzo da pagare al rinnovamento. Una classe arbitrale giovane e ancora senze una forte personalità tende, inevitabilmente, a sentire di più la pressione degli stadi caldi.