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«Lazio, felice di piacerti»

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«Da bambino facevo atletica leggera - racconta con timidezza in sala stampa - ero sprinter, facevo i 100 metri. E poi mi divertivo a giocare a basket con i miei amici, sfruttavo la mia altezza come pivot». Poi c'è il calcio: Modibo gioca in terza categoria, ma viene notato dagli osservatori italiani. Arriva la grande occasione. Il colosso francese di origini senegalesi lascia la famiglia per trasferirsi in Italia. Un anno a Granarolo, uno a Genova con la Sampdoria - dove lavora con Attilio Lombardo n.d.r. - e due anni a Pescara. Poi arriva la Lazio, con Walter Sabatini che lo chiede in prestito alla società abruzzese per il Torneo di Viareggio. A giugno il club di Lotito ne acquista la comproprietà, poi lo riscatta definitivamente. In riva all'Adriatico riesce comunque a debuttare in serie B, a Catania, prima di trasferirsi nella capitale. «Nel primo anno a Roma ho fatto la spola tra Primavera e prima squadra giocando tre partite». Diakitè esordisce a Udine giocando una manciata di minuti: la Lazio stravince, Rossi concede gloria anche al giovane parigino. tre settimane dopo è ancora in campo, questa volta da primo minuto per arginare Luca Toni. I biancocelesti perdono in casa con la Fiorentina, ma il difensore esce tra gli applausi. «Da allora è cambiato molto - racconta il francese - oggi ho la possibilità di allenarmi con grandissimi campioni come Rocchi, Zarate, Pandev, Foggia: marcarli in allenamento non è cosa semplice, ma mi aiuta a crescere. Ero convinto che prima o poi sarebbe arrivata l'occasione giusta: chi, quotidianamente, si impegna, prima o poi riesce a centrare il proprio obiettivo». Idee chiare e cultura del lavoro: Diakitè sa che dovrà sudare ancora molto nonostante le sue qualità. «I miei pregi? Lo stacco di testa e la corsa. Ma devo migliorare in tutto, in primis nella tecnica. Il mio difetto più grande è la mancanza di concentrazione, ogni tanto mi distraggo: il mister in allenamento mi riprende spesso. Ma non posso che essergli grato: mi ha consentito di restare alla Lazio quando si parlava già di una cessione in prestito». Ha come idolo Thuram e sogna la nazionale. «Ogni calciatore ha come obiettivo quello di rappresentare il proprio paese, ma per poter arrivare a tanto, dovrò fare benissimo con la Lazio. Posso e devo crescere ancora molto: devo vivere alla giornata come la mia squadra, devo conquistarmi il posto da titolare ogni giorno, allenandomi al meglio».

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