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Lazio, i tifosi sognano Veron

Juan Sebastian Veron

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Mark Fish era l'oggetto misterioso della campagna acquisti firmata Zdenek Zeman, stagione 1996-'97; il difensore nato a Città del Capo aveva trascorsi poco nobili: solo quattro campionati in patria.Davanti a lui, due mostri sacri come Nesta e Chamot. Fish riuscì comunque a ritagliarsi il suo piccolo spazio. Quindici presenze in campionato e una rete a Verona, per sancire l'1 a 1; due gettoni in Coppa Italia, dove la Lazio di Signori, Protti e Rambaudi si fermerà ai quarti di finale. «Un periodo d'oro, importantissimo per la mia formazione», spiega l'ex difensore, che l'anno successivo, con l'arrivo di Zoff, sarà ceduto in Inghilterra. I ricordi romani? «La classe di Nesta e la bellezza delle donne». Istrione, anticonformista, sempre impegnato. Fish ha un tatuaggio di Che Guevara sul braccio destro e la venerazione per Nelson Mandela nell'anima: «Ha segnato la nostra epoca - sottolinea - la sua vita è un esempio da seguire». Dopo aver guidato da capitano il Sudafrica a Francia '98, Mark ha chiuso con il calcio per colpa di un grave infortunio al ginocchio. Il governo sudafricano gli ha assegnato un ruolo al ministero dello Sport, poi lo ha inserito nel Comitato Organizzatore dei prossimi Campionati del Mondo. «Per il mio Paese è una grande opportunità di sviluppo economico, turistico e sociale - dice Fish - Ma in generale questo evento farà bene a tutta l'Africa».  

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