Nata trent'anni fa da un'idea di Sabine
Ritrovato in extremis fa ritorno in Francia in balia della magia del deserto. Thierry fa voto di condividere questa sua meravigliosa scoperta con il massimo numero di persone possibile, la sua idea è semplice: portare tutti nell'immensa vastità del mare di sabbia. Il progetto prende forma rapidamente. La Parigi-Dakar apre le porte di un nuovo e sconosciuto mondo in cui Thierry Sabine appare essere il primo vero pioniere. Il 26 dicembre 1978 Thierry Sabine vede avverarsi il suo sogno e dalla Place de Trocadero prende il via la prima Parigi-Dakar. 170 concorrenti sono sulla linea di partenza pronti per gettarsi un questa nuova avventura lunga oltre 10.000 chilometri attraverso le strade di Algeria, Niger, Mali, Alto-Volta e Senegal. Il lancio della Dakar immediatamente genera un grandissimo successo e accende grandi passioni. I più grandi marchi: Yamaha, Volkswagen, Lada e BMW iscrivono ciascuna un team. Cyril Neveu vince per la seconda volta correndo su una Yamaha privata. Nella categoria auto Freddy Kotulinsky e Luffelman sono i vincitori. Se l'anno di lancio della Dakar è senza dubbio il più significativo, il 1981 senz'altro è il più denso di attesa e grandissima partecipazione. La gara attrae talmente tanto pubblico che persino le operazioni di imbarco per l'Africa che diventano uno spettacolo imperdibile. Ora l'avventura è diventata passione ed è una corsa folle alle iscrizioni. Alla partenza sono presenti praticamente tutti i tipi di veicolo: le 4x4, le dune buggie, i sidecar e naturalmente le moto. Persino un'inattesa Rolls Royce di Thierry de Montcorgé o la Citroen CX di Jacky Ickx e, tanto per citarlo, Claude Brasseur. E' l'inizio di una nuova era che coinvolgerà gli appassionati del genere per oltre vent' anni e che trasformerà una gara per specialisti nel più grande appuntamento rallystico del pianeta. Una gara che nessuno e nulla può più fermare e che, nonostante l'altissimo numero di perdite, diventerà un punto di riferimento anche negli investimenti delle grandi case automotobilistiche. Il cambiamento imposto dall'organizzazione lo scorso anno non sembra aver comunque scalfito il fascino di questa classica che rischia di restare per molto tempo in Sudamerica. Tiz