Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'anno di Michael Phelps

Michael Phelps

  • a
  • a
  • a

Michael Fred Phelps II nasce ad Ann Arbor, nel Michigan, il 30 giugno del 1985, tredici anni dopo una delle imprese più grandi mai realizzate nel mondo dello sport: Mark Spitz, nuotatore statunitense, vince sette medaglie d'oro ai Giochi di Monaco '72. Micheal non poteva sapere quanto sarebbe stato importante quel record negli anni successivi della sua esistenza. Michy si avvicina al nuoto ammirando gli statunitensi Tom Malchow e Tom Dolan ad Atlanta '96, in quel momento comincia a sognare di diventare come loro, un campione di nuoto. Il passo successivo è l'incontro con Bob Bowman, che riconosce le qualità di Micheal (mani e piedi molto grandi) e il suo eccezionale talento, insegnandogli non solo la tecnica ma anche lo spirito dello sportivo (si dice che detestasse perdere!). La sua ascesa è repentina e travolgente: nel 1998 entra a far parte della squadra di nuoto del college, nel 2000, a soli 15 anni, partecipa ai Giochi Olimpici di Sidney diventando il nuotatore più giovane a competere per gli Stati Uniti alle Oimpiadi. In quell'edizione non vince neanche un alloro, non si sarebbe mai più ripetuto. Michael Phelps lascia il posto al Cannibale di Baltimora, e i risultati non si fanno attendere. Nei quattro anni che lo separano dai Giochi di Atene, Baltimora Kid costruisce la sua fama tra record del mondo e titoli conquistati, a livello nazionale e internazionale. Alla vigilia dell'edizione greca dei Giochi, la stampa mondiale individua in Mark Spitz l'unico avversario possibile per contrastare Phelps. Il limite si pone da sé: chi è il più grande di sempre? Chi batterà Spitz, sette ori a Monaco '72. Allo sponsor di Michael il giochino piace e mette in palio un milione di dollari nel caso in cui Phelps eguagliasse la leggenda. Atene è in estasi per Michael anche se alla fine gli ori saranno «solo» sei, con un bronzo nei 200 sl dove si impone un altro grande, Ian Thorpe. L'attesa per i Giochi di Pechino è vissuta all'insegna delle vittorie, dei miglioramenti, della fatica. Il ritornello, pure quello, resta lo stesso: Phelps batterà Spitz? Il programma olimpico di Michael lo prevede, otto gare per otto ori, cinque da conquistarsi da solo, tre con l'aiuto delle staffette. Ogni volta che Michael scende in acqua insieme all'oro viene un record del mondo e nell'unica occasione in cui non succede, la finale dei 100 farfalla, anticipa Cavic al tocco di appena 1 centesimo. Quel centesimo è un tempo sufficiente per far capire al mondo intero che Michael Phelps avrebbe battuto la leggenda di Spitz. Otto ori nella stessa edizione dei Giochi per essere come nessuno è stato, per fare quello che nessuno mai ha fatto. Con 16 medaglie alle Olimpiadi Phelps diventa l'atleta più titolato di sempre dietro alla ginnasta Latynina (18) e il suo segreto sembra essere semplicemente la dieta: 12mila calorie al giorno, sei volte la quantità standard di un adulto maschio. «Mangiare, dormire e nuotare, è tutto quello che so fare», questo ama dire di sè. In realtà ha fatto qualcosa di più, perché le gesta sportive di questo ragazzone di Baltimora si stagliano nella storia dell'uomo, tra la scientifica consapevolezza dei suoi limiti e il folle tentativo di trascenderli. Il 2008 è l'anno di Michael Phelps, che con il suo record ha avuto il privilegio di girare una pagina del grande libro della storia dello sport, per trovarne una bianca, dove poter scrivere delle incredibili gesta di un ragazzo di Baltimora.  

Dai blog