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Uno degli argomenti che sono serviti a rompere la noia di ...

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Nel nostro paese ha giocato nel Napoli, nel Piacenza, nel Messina, nel Chievo, nel Palermo e nella Juventus. Ci ha messo del tempo per imporsi ed è difficile stabilire se è stata colpa sua oppure del fatto che è arrivato tardi ad esibirsi su campi importanti. È certo che prima del suo arrivo alla Juventus l'ipotesi di un Amauri in azzurro non aveva mai avuto molta attenzione. Nella storia della nostra nazionale hanno trovato posto, in vari periodi, calciatori che solo l'elasticità di norme mai definitive hanno consentito. In azzurro hanno giocato, prima di Camoranesi, giocatori come Sivori, Altafini, Angelillo, Ghiggia, Maschio, Schiaffino e Sormani che non si potevano certamente considerare come i prodotti del nostro calcio. Ed ancor prima gli argentini Luisito Monti e Raimundo Orsi ci avevano aiutato, nel 1934, a vincere la prima Coppa del Mondo. Per poter affrontare serenamente il problema dell'utilizzazione nelle nostre nazionali (quindi anche quelle di altre discipline) bisognerebbe dimenticare quello che avviene in altri paesi e soprattutto i vantaggi che ne possono derivare. Alcuni giocatori della nostra nazionale di rugby non parlano nemmeno la nostra lingua ed anche la nazionale azzurra di hockey su ghiaccio ha avuto lo stesso problema. Personalmente non sono mai stato favorevole all'utilizzazione di Camoranesi e sarei decisamente contrario anche a quella di Amauri. Per spiegarmi meglio aggiungo che sarei stato contrario anche a far giocare in azzurro un Pelè o un Maradona se le norme lo avessero consentito. In altre parole il valore di un atleta e l'apporto che potrebbe dare ad una nostra nazionale non è un elemento da prendere in considerazione. Ugualmente non mi pare importante la volontà del calciatore. Se Camoranesi avesse potuto giocare nella nazionale argentina non avrebbe mai giocato per quella italiana ed ugualmente Amauri, se venisse preso in considerazione da Dunga, non avrebbe esitazioni come del resto ha fatto capire, sia pure con ragionamenti abbastanza contorti che gli lascino aperte soluzioni di riserva. Il problema è di carattere morale e dovrebbe riguardare il Coni, prima ancora della presidenza della nostra Federazione e soprattutto dei tecnici, ovviamente interessati ad avere a disposizione atleti di grande qualità.

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