Il capitano stupirà ancora
«Potrebbe far piacere a qualcuno che Francesco sia finito perché la sua presenza e la sua personalità offuscano quelle di qualcun altro». Oltre ad essere un uomo di spogliatoio è anche un amico del capitano della Roma, forse il migliore dal momento che i due si conoscono da quando il numero dieci dava i primi calci al pallone. «Il nostro è un rapporto di sangue. I segreti che custodiamo devono rimanere tra noi. Ci capiamo con un'occhiata e agiamo di conseguenza». Da Totti a Totti, passando per la Roma e la Nazionale. Anche se su quest'ultimo punto Scala preferisce non entrare. «Faccio parte dello staff azzurro e non mi sembra giusto parlarne. Francesco è riconoscente a Lippi perché quando si è infortunato prima del Mondiale e la sua carriera era a rischio, il commissario tecnico il giorno dopo era vicino al suo letto e gli ha detto che lo avrebbe aspettato. Quelle parole hanno avuto un valore inestimabile. Al di là dell'aspetto professionale, nella vita esistono dei punti di riferimento. Se Lippi chiede a Francesco qualcosa, lui è a sua completa disposizione. Questo però non c'entra con la Nazionale, perché il loro è un rapporto che va oltre». Per il Mondiale c'è tempo, adesso l'attaccante si è fissato un altro traguardo: quello della sfida di Champions contro l'Arsenal. Vito Scala preferisce non sbilanciarsi anche se sa bene quanta forza di volontà abbia il suo amico. «Ho sentito parlare più volte di un Totti "finito", ma per me è un concetto assurdo: nessuno ha mai voluto forzare il suo recupero né stabilire record. Tutti quelli che lavorano attorno a Francesco, me in primis, tengono alla sua salute. Prima di prendere una decisione pensiamo centomila volte per tutelare il Totti-uomo. Per quanto riguarda il calciatore, deve durare il più a lungo possibile. Il suo addio al calcio giocato deve avvenire tra parecchio tempo. Abbiamo sempre avuto totale stima del Professor Mariani che ha effettuato l'intervento. Qualcuno ha detto che l'operazione era sbagliata: abbiamo preferito rimanere inizialmente in silenzio, i risultati poi si sono visti». Con Totti la Roma è tornata a girare. «Difficile trovare una causa alla crisi di inizio stagione. Questo gruppo è formato da professionisti, che vanno dai dirigenti ai calciatori. Siamo stati uniti quando le cose andavano bene così come nei momenti difficili. Le cause della crisi? Chi lavora sbaglia: tutti noi possiamo aver commesso degli errori in buona fede». Chiusura sul contratto di Totti che scade nel 2010. «Francesco ha un legame tale con la società che non c'è motivo di soffermarsi sull'argomento».