Brunetto nostro dai piedi fatati Ma con le mani...

Tra le sei opzioni, quattro avevano il faccione affettuoso di «Smile», molto più arcigno il volto delle altre due, Arsenal e Real Madrid. Arriva la versione inglese, forse la meno auspicabile in assoluto, anche se per quella spagnola sarebbe sparito quell'effetto sorpresa che tanto produttivo si sarebbe rivelato nella stagione scorsa. E così il tabellone ha prodotto infine una sfida affascinante, ma anche di altissimo coefficiente di difficoltà, tra Italia e Inghilterra, presentatasi quest'ultima, al pari della Spagna, a ranghi compatti dopo la scrematura dei gironi che aveva consegnato alle tribolazioni dell'Uefa la Fiorentina. Meritiamo una stella di prima grandezza, aveva detto filosoficamente Mourinho dopo le vacanze mentali che avevano prodotto un secondo posto avvilente in rapporto ai valori del gruppo dell'Inter. L'urna gli ha consegnato la più splendente, il Manchester United campione in carica, in campo storia, tradizione e ambizioni altissime sui due fronti, ma almeno è stato evitato il Barcellona, attualmente numero uno tra le candidate ad alzare il trofeo all'Olimpico di Roma. Peggio è andata alla Juventus, tra le seconde figurava, per colpa della Roma, quel Chelsea che entra nel ristretto novero delle grandi potenze del calcio europeo, per Ranieri un confronto con il suo passato londinese, esito tutt'altro che scontato. Anche per la Roma, che il sito dell'Arsenal ha definito i «giganti italiani», l'impresa non è certo impossibile: anche se, come ha insegnato la recente esperienza del Milan, non le sarà sufficiente uscire imbattuta dall'Emirates per ritenersi al riparo. Sola garanzia, per le tifoserie ma anche per i neutrali, lo spettacolo promesso dalle prerogative delle due squadre. Un vantaggio: con il gioco al massacro degli ottavi, c'è anche Liverpool-Real Madrid, passare il turno aprirebbe prospettive molto interessanti sulla strada che porterà all'ultima, decisiva sfida.