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Luigi Salomone [email protected] Segnali inquietanti ...

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L'episodio è ormai noto: il confronto acceso tra Rocchi e Pandev, l'intromissione di Zarate e qualche parola forte anche con Muslera. Cose normali dopo una partita, verrebbe da dire ma è ormai un mese, dal derby in poi, che lo spogliatoio non sembra più in sintonia come in avvio di campionato. Ha cominciato Siviglia con quelle discutibili dichiarazioni dopo la sfida contro la Roma (il difensore da quel giorno non si è più visto in campo e tornerà solo nel 2009), ha proseguito Rocchi con le parole di fuoco sulla scelta del tecnico di tenerlo in panchina contro il Genoa, per arrivare alla lite di domenica pomeriggio. Sembra proprio che il tridente, vale a dire l'arma tattica in più per riportare la Lazio in Europa dopo un anno di delusioni, sia diventato il motivo di un aspro scontro all'interno della squadra. In coincidenza col ritorno di Rocchi dopo la lunga assenza per infortunio, il tecnico si è incartato nello scegliere i migliori da schierare mentre i giocatori si fanno la guerra per poter entrare tra gli undici. Spirito di squadra vicino alla zero, classifica che peggiora partita dopo partita mentre si attende l'intervento risolutivo della società. Lotito, per ora, si chiama fuori: «La lite di domenica? Non so cosa possa essere successo, dopo la partita sono andato via. Nello spogliatoio c'è solo grande voglia di dimostrare il proprio valore». Lo stesso Tommaso Rocchi cerca di minimizzare: «Sono cose che succedono normalmente alla fine di una gara dove c'è stata tanta tensione. Volevamo vincere, non ci stava bene il pareggio e allora è normale discutere». In silenzio Pandev e Zarate ma oggi alla ripresa degli allenamenti sarà fondamentale chiarirsi nelle segrete stanze del centro sportivo di Formello. O si resettano tutti oppure Lotito sarà costretto a rivedere la sua posizione anche nei riguardi di giocatori che hanno dato un contributo importantissimo per la storia della Lazio. E l'allenatore? Non rischia ma comincia a girare con insistenza il nome del sostituto a giugno, o forse prima: Roberto Donadoni.

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