La sagra del gol

Del Piero era in fuorigioco, poi il pari sull'asse brasiliano Ronaldinho-Pato, ma Chiellini e Amauri hanno sfruttato libertà inspiegabili sui palloni alti. Un tiro di Ambrosini deviato ha riaperto i cuori rossoneri, poi il doppio giallo a Zambrotta ha virtualmente chiuso i conti, un grande Amauri a colpire ancora, partita di grandi emozioni, fedeltà alla legge delle goleade del turno. Giusto che sia la Juve, l'anti-Inter, prova di grande carattere, bravissimi i giovani Di Ceglie e Marchisio. Per guadagnare quel più nove, livello di sicurezza che tutti i pronostici garantivano, l'Inter ha dovuto fare gli straordinari, dopo che un doppio vantaggio era stato vanificato dalla sorprendente rimonta del Chievo. Poi, quando Mourinho aveva esaurito la legione di attaccanti da spedire in campo, Ibrahimovic si è ripreso la ribalta e quel ruolo di risolutore che aveva prodotto la conquista dell'ultimo scudetto. Vero che la capolista si concede talvolta anche in campionato quei cali di tensione che l'hanno esposta a pessime figure in Europa, però è anche giusto sottolineare come i quattro gol siano stati tutti di altissima qualità: stacco imperioso di Ibra a parte, le altre reti hanno finalizzato azioni in velocità di rara bellezza. Prima del summit torinese, tra sabato e ieri pomeriggio la pioggia di gol aveva oscurato perfino il pericolo di esondazione del Tevere, che a sorpresa aveva suscitato nella popolazione romana più curiosità che terrore, da pochissimi raccolto l'appello del sindaco a restarsene a casa. Nove partite illuminate da trentacinque reti, i picchi a Bologna (sette), Udine e San Siro (sei), Roma (cinque), fate un po' voi la media, stratosferica. segue a pagina 29