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Il pericoloso autolesionismo del tecnico

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Però, i problemi restano e soprattutto rimane la sensazione diffusa che l'allenatore della Lazio non abbia in questo momento le idee chiare su quale sia il modulo migliore per far giocare la sua banda. Belleri e Del Nero titolari dopo tanti mesi di naftalina hanno lasciato allibiti un po' tutti. Per carità, non è colpa loro se la squadra ha incassato delle reti che non si vedono nemmeno tra i dilettanti, però è innegabile che l'ingresso di Pandev (soprattutto) e Meghni ha restituito fiducia a un gruppo fino a qual punto allo sbando. E la stessa trafila che prevede il passaggio repentino dal lettino del medico (aveva cominciato Manfredini a Bergamo) alla maglia da titolare a non convincere anche gli stessi calciatori che si ritrovano da un momento all'altro catapultati in una realtà più grande di loro. Vedere il macedone e Foggia in panchina, Mauri in tribuna e avere invece Del Nero al centro del gioco, fa capire che Rossi è in confusione. Forse per colpa di un rinnovo di contratto che non arriva, forse per la gestione discutibile del tridente, forse per un rapporto ormai deteriorato con la proprietà ma Rossi non sembra avere la serenità necessaria per prendere delle decisioni anche dolorose. Come l'esclusione di Tommaso Rocchi che paga la scelta di andare alle Olimpiadi con un rendimento ben al di sotto delle sue possibilità. In pratica il capitano ci ha rimesso un intero girone per colpa della scellerata volontà di essere presente a Pechino. Tant'è, ora c'è bisogno di battere il Palermo sabato nell'anticipo (ore 18) e poi sarà fondamentale ricaricare le pile durante la sosta per le vacanze di Natale. E soprattutto è necessario fare chiarezza sulla posizione del tecnico. Così come Rossi deve prendere decisioni coraggiose e definitive. Perché, senza punti fermi, l'assalto all'Europa diventa una chimera.

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