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Roma, vietato distrarsi

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. Come dire, attenti al Cagliari che potrebbe sfruttare l'ottimismo in casa giallorossa dopo lo show in Champions. Spalletti avverte i suoi. «Se si usa la parola "scioltezza" si corre qualche rischio. Il Cagliari ha gli stessi nostri punti, pensare di prendere sotto gamba queste partite sarebbe sintomo di presunzione, il peggior nemico dello sport». Sulle qualità del Cagliari quindi pochi dubbi, così come quelle del suo leader in mezzo al campo: Daniele Conti, figlio del ds giallorosso Bruno col quale Spalletti lavora spalla a spalla. «A differenza del padre - dice scherzando - sa coprire tutte le zone del campo: è un giocatore completo». Ma Spalletti dovrà fare i conti anche con l'ennesima emergenza: stavolta è senza centrocampo. Con Brighi squalificato, Aquilani e tadde infortunati e con Pizarro a mezzo servizio (ieri non si è allenato e oggi partirà dalla panchina), ci sarà di nuovo da inventare. Toccherà a Cassetti andare sulla destra della mediana giallorossa, mentre in attacco c'è il ballottaggio Menez-Vucinic. Il montenegrino è pronto al rientro, ma togliere adesso il francese in questo momento spettacolare, potrebbe essere rischioso e controproducente. Ma oltre al Cagliari, alla classifica e al campionato Spalletti aveva in serbo anche altro. E non è un caso se in conferenza snocciola tutto sulle «mancanze» della società giallorossa. «Bisogna dare forza a coloro che devono far rispettare le regole della società e la capitalizzazione. Va bene lo stadio di proprietà, anche se va ad impoverire un eventuale investimento tecnico. E poi bisogna migliorare il centro sportivo, per esempio con una piscina coperta, migliorare le strutture per non dare alibi a nessuno. Bisogna progettare e programmare per poter competere con club più potenti di noi». Chiusura su Totti e la nazionale. «Francesco è un ragazzo intelligente e quando sapeva di non poter dare il suo contributo ha fatto un passo indietro, ora che sa di poter allenarsi con continuità si è messo a disposizione. Il mio parere? A me piace una nazionale forte e se la pensi così Francesco è dentro».

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