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L'Inter va a lezione di tedesco

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Come il capitano sta prendendo gusto a questi successi europei. «È stata una serata indimenticabile. La finale? Tutte le strade portano a Roma. Noi siamo solo al casello e dobbiamo arrivare in centro, ma la strada la conosciamo». Nella metafora stradale di Totti ci sono tutte le sue speranze, di squadra e a livello individuale. «Io questa finale non voglio viverla da spettatore. È la mia ultima possibilità e spero di arrivarci». Anche perchè a questo punto sembra paradossalmente più percorribile il percorso della Champions che quello del campionato. «Per lo scudetto dobbiamo essere realisti. È difficile, anche perchè l'Inter difficilmente perderà punti. Il nostro obiettivo è rientrare nelle prime quattro. Magari vittoria dopo vittoria possiamo puntare anche al secondo posto». Da Totti a Brighi che con i suoi tre gol in due partite di Champions ha messo mattoni importanti nella costruzione di questo storico primo posto nel girone. «È una grande soddisfazione - ha spiegato il centrocampista - Adesso speriamo che questo primo posto ci dia una mano nel sorteggio». Brighi ancora stenta a credere nel suo inedito ruolo di goleador. «Io i gol non li ho mai segnati, ma è anche vero che non ho mai giocato in mezzo a tanti campioni. Perrotta ad esempio anche questa sera ci ha creduto fino in fondo e mi ha servito l'assist del gol come aveva fatto a Cluj». E se i suoi gol incantano non fanno altrettanto le esultanze. «I compagni mi prendono in giro perchè a volte non so come esultare. Lo so devo migliorare sotto questo punto di vista». Se l'attacco funziona anche la difesa non scherza. «Questo modulo ci sta dando una mano. Ci permette di difendere di più e di proporci in attacco». Stesse idee di Philippe Mexes. «Il fatto che non prendiamo gol è una cosa positiva e speriamo di continuare su questa strada. Il mio intervento su Gourcuff determinante? No, a essere determinanti sono stati i gol degli avversari».

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