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Repesa salva la panchina. Per ora

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Ma il rischio, se l'andazzo non verrà presto arrestato, è quello di compromettere una stagione iniziata come sfidante principe di Siena e che oggi metterebbe a repentaglio anche l'accesso ai playoff con conseguenze disastrose anche sull'assegnazione della licenza «A» di Euroelga. Così Toti, Bodiroga e Repesa hanno provato a confrontarsi. Per capire cosa abbia improvvisamente frenato la corsa della Virtus Roma, bloccata nel suo cammino in campionato da una qualità di gioco assolutamente insufficiente. Di questo è certo responsabile Jasmin Repesa, ma anche i giocatori hanno le loro colpe. La squadra ha subito una repentina involuzione. Ad oggi la Lottomatica fatica ad imabastire azioni d'attacco che non siano uno contro uno fuori da qualunque logica. Esempio della confusione tattica sono le rimesse senza senso, da fondo e da lato, inanellate a Ferrara che hanno consegnato nelle mani degli avversari palloni pesanti per il loro successo. I problemi fisici di Becirovic hanno privato la Virtus del suo faro in campo. Ma ad oggi Sani non è riuscito a ritagliarsi, anche nelle giornate migliori, quel ruolo di leader che la Virtus, dall'addio al basket giocato di Bodiroga, ha vanamente ricercato. Nel frattempo la panchina di Repesa, dopo qualche sussulto, sembra rimanere salda. Toti e Bodiroga non vogliono pensare ad un ribaltone, a meno che la situazione non precipiti. Nessun cambio, almeno per ora, nemmeno in seno al roster. Anche Allan Ray, il cui rapporto con il coach croato è ormai logorato dopo le incomprensioni già palesate nello scorso campionato, rimane per ora al suo posto. A lui la Virtus chiede di mostrare quelle doti di realizzatore che ne hanno accompagnato l'approdo capitolino ed ai suoi compagni di non utilizzare le sue bizze, proprie spesso dei giocatori Usa, come alibi nel momento più difficile. Insomma una richiesta di unità di intenti. Nella speranza che tutti giochino a carte scoperte e nessuno, in questa mano difficilissima per la Virtus, stia sotto sotto barando.

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