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Roma non c'è più Quinto stop a Ferrara

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Si allunga la striscia nera in campionato

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È chiaro che si è a un momento cruciale. Qualcosa dovrà succedere o alla guida della squadra o all'interno del gruppo. L'inizio illusorio, con lo 0-5 firmato da Jaaber e Ray, è stato spazzato via dalle incertezze di una squadra che ormai è l'ombra di se stessa. I singoli della Virtus non riescono più a fondersi in un gruppo e nello sport di squadra questo è un peccato grave. Così anche la rabberciata Ferrara, costretta a rinunciare ad Allegretti e con il neo arrivato Apodaca in borghese, ha mostrato maggiore fluidità e idee più chiare di una Lottomatica sempre più simile a un'armata Brancaleone. Otto palloni persi nei primi 10', tutti passati con Giachetti inspiegabilmente spettatore, con Ray punito dopo circa 5' di gioco (molti altri però hanno fatto danni come o peggio di lui) con una lunga panchina e Jennings che si è prodotto in scempiaggini a ripetizione, segno di una fiducia ormai prossima allo zero. Ci ha provato De La Fuente, ha lottato Jaaber ma aver chiamato nella contesa Becirovic, con una caviglia in disordine e in panchina più per far numero che per altro, è stato il segno che il fondo del barile era raschiato. E l'atteggiamento remissivo di Repesa (sarà un segnale?), più seduto che in piedi a dare spiegazioni o incitare, è lo specchio della distanza che ormai divide il gruppo e l'allenatore. Così Ferrara senza troppo faticare ha costruito un vantaggio di 11 lunghezze, 36-25, limato da un gioco da 3 punti nel finale di Jaaber che ha portato le squadre al riposo sul 36-28. Poi due quarti di mollezza, irritanti, da parte della guida tecnica, Repesa, e di chi è sceso sul parquet. Roma affoga nel pantano della mediocrità. Ed è tempo di scelte decisive.

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