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E domenica si saprà chi è l'anti-Inter

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Non erano proprio, quelli scaturiti dal completamento del turno, i risultati che la Roma aveva auspicato dopo essersi riportata, con la vittoria di Verona, in meno disagevole posizione rispetto almeno all'obiettivo indicato dalla logica come il solo perseguibile, vale a dire l'unica Europa che conti. Tra le tante squadre, più o meno attese, votate alla rincorsa a un posto in Champions League, la sola Udinese è rimasta al palo, quinta sconfitta consecutiva a denunciare un disagio che sfugge alle motivazioni usuali, in presenza di un tecnico bravo e di una società solida e soprattutto serena. La prima fila dei cacciatori si è mossa in sintonia, rispetto del pronostico ma anche disagi notevoli: che sorprendono non più di tanto, una volta stabilito che nel nostro campionato non fanno regali neanche le ultime della classe, figuriamoci un Catania e un Lecce che la classifica sta gratificando. Avanti con la magia di Giovinco, raggiunta da Cacia, la Juve ha trovato all'ultimo tuffo il colpo risolutivo di Amauri, il neodottore Stendardo stavolta ha fatto la figura del somaro. Molto sofferti i tre punti che il Milan ha comunque messo in tasca: certo che a San Siro il Catania, già due autogol in grazioso omaggio all'Inter, non si nega all'autolesionismo, stavolta ancora decisiva la deviazione di un difensore ad anticipare Shevchenko, poco meritevole di così assidua attenzione. Nel confronto diretto tra le due seconde, assenze non trascurabili quelle di Legrottaglie e Gattuso, gialli fatali per i diffidati di turno. Tutto sommato, più disinvolto il Napoli, anche se il Siena a lungo si era battuto alla pari prima di vedersi trafiggere da Maggio e Denis. Avvalora la recente impresa della Roma l'irridente disinvoltura con la quale la Fiorentina ha fatto strame di un Torino disperato e contestato, pesante l'incidenza del ritorno alla piena efficienza di Mutu, che il suo talento avrebbe potuto esibirlo da queste parti. Non si ferma il Cagliari, che proporrà domenica severo collaudo alle ritrovate ambizioni romaniste, quinto pareggio per Mihajlovic, stavolta almeno, a Reggio Calabria, è cambiato il punteggio. Ha chiuso il sipario lo scontro fratricida di Genova, vigilia animata dai fieri propositi espressi da Cassano, bravo, ma più di lui Diego Milito, risolutore. Undici ammoniti, sessanta falli, nervi scoperti, alla Samp manca forse un gol, annullato discutibilmente.

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