Il match impossibile di Las Vegas
In primo luogo non ci sono precedenti perché, indipendentemente dall'età (ci sono sei anni di differenza) i due pugili hanno percorso carriere completamente diverse. Il filippino Manny Pacquiao ha esordito come peso mosca, anzi nel primo incontro da professionista pesava 48 chilogrammi mentre nell'ultimo match ha conquistato il titolo dei leggeri combattendo al limite delle 135 libbre (61,235). Oscar De La Hoya, invece, dopo aver conquistato la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Barcellona nei pesi leggeri (60 chilogrammi) è diventato da professionista campione dei leggeri jr. (58 kg), dei leggeri, dei welter jr. (63,5), dei welters (66,6), dei medi jr. (69,8) e dei medi (72,5). Una carriera che, sostenuta anche da una personalità di grande presa mediatica, lo ha reso molto ricco e molto popolare. Proprio la sua popolarità lo sta obbligando ad allungare la carriera laddove i suoi rivali più importanti (Whitaker, Camacho, Chavez, Trinidad e Mayweather) hanno già abbandonato l'attività. Pacquiao, invece, ha avuto un percorso meno facile. Per i primi sei anni ha combattuto quasi esclusivamente nelle Filippine ma gli sono bastati pochi incontri sul palcoscenico di Las Vegas per essere definito come il pugile più spettacolare tra quelli in attività. L'incontro che si terrà stanotte a Las Vegas (diretta su Sky Sport 2 alle 3) è nato perché l'attuale situazione del mercato pugilistico non offriva alternative più interessanti. I tre o quattro campioni dei pesi massimi non valgono insieme un decimo di Tyson, che forse è stato anche un bluff, ma ha caratterizzato sette o otto anni di storia pugilistica. I grandi protagonisti degli anni ottanta (Hagler, Hearns, Duran, Leonard) non ci sono più. La divisione in troppe sigle ed in troppe categorie ha impedito lo svolgimento di molti incontri spettacolari e tecnicamente interessanti perché tanti pugili hanno percorso carriere parallele evitando quei confronti diretti che erano invece obbligatori quando c'era un solo campione del mondo per ciascuna categoria. Mi auguro che l'incontro di questa notte sia all'altezza delle attese ma temo che le differenze in centimetri e in chilogrammi impediscano lo svolgimento di un incontro con la necessaria dose di equilibrio. Voglio peraltro chiarire che non sono sicuro che il peso ed i centimetri possano essere decisivi. Sono anche curioso di vedere a quale peso Pacquiao si presenterà sul ring. Non è un caso che il match non abbia un palio un titolo mondiale perché De La Hoya, che negli ultimi incontri ha pesato poco meno di 70 kg, si sarebbe dovuto tagliare un braccio per rientrare nel limite dei leggeri, la categoria della quale il suo rivale è campione. L'augurio, che purtroppo ha poche possibilità di essere esaudito, è che il pugilato possa presto tornare a proporre incontri di grande interesse e qualità senza le necessità di forzare i limiti naturali di questo sport. La boxe è l'unico sport che non ha una federazione internazionale universalmente riconosciuta e vive di conseguenza in un regime di anarchia il che non impedisce che ogni tanto ci scappi anche qualche buon incontro. Speriamo che l'anomalo match di questa notte possa inserirsi in questa categoria.