Lazio ai quarti con il cuore
Ancelotti che ci teneva eccome, più che per il trofeo in palio per non alimentare ulteriori critiche e malcontenti dopo la sconfitta di Palermo. E allora niente turnover. Perché Ronaldinho, Kakà, Seedorf e Shevchenko possono sì voler dire esperimento in prospettiva, in una delle ultime occasioni disponibili in stagione. Ma vogliono soprattutto dire che il Milan gli ottavi con la Lazio li vuole davvero vincere. E la grande chance per il Milan arriva subito, in apertura, quando i rossoneri spingono di più. Al 19' grandissimo lancio di trenta metri in surplace di Ronaldinho per Sheva, che però si fa chiudere lo specchio da Muslera. Il gioco è tutto spostato a sinistra, con l'ex Favalli che cerca molto l'ucraino, che però è la controfigura di quello che ha dominato per anni in Italia e in Europa. La Lazio però non si fa schiacciare, tutt'altro. Al 24' Lichsteiner si accentra e prova un destro che finisce largo di non molto. Diakite in mezzo non fa davvero rimpiangere Siviglia, Rozehnal è un po' più falloso ma c'è. Punizione di Ronaldinho finita sulla faccia di Dabo a parte, è la Lazio che cresce costantemente, guadagna campo e finisce al tiro molto più spesso. La sfida nella sfida è tra il sinistro da fuori area di Kolarov e Dida, che ha però sempre la meglio. Ma il sinistro che fa più male rimane quello di Pandev, che all'ultimo secondo del primo tempo impegna il portiere brasiliano in una parata per lui di altri tempi. Intanto però Rossi ha dovuto fare a meno di Lichsteiner, che si fa male e deve lasciare il posto a Meghni. Questo lo costringe a cambiare l'assetto tattico della squadra, aggiungendo un po' di tecnica a centrocampo ma perdendo la spinta in fascia dell'austriaco, positivo fino a quel momento. La ripresa comunque è tutta della Lazio. Già al nono minuto Rocchi va via sulla sinistra a Senderos e la mette per Pandev, che impegna ancora Dida con un bel rasoterra. Il possesso palla biancoceleste prosegue, e quando al 20esimo il Milan rimane in dieci per l'espulsione di Emerson, con Dida ancora chiamato in causa da Kolarov, la partita per la squadra di Rossi sembra mettersi in discesa. E invece, proprio quando meno te l'aspetti, Andryi Shevchenko, l'uomo che meno ti aspetti, pesca il jolly al 32'. Azione personale, rientra sul sinistro e colpisce nell'angolo lungo di Muslera. Non se l'aspettava neanche lui. La Lazio non molla, la palla del pari è sul destro di De Silvestri, che però tira rasoterra e troppo centrale. Mauri e Zarate sono le carte della disperazione per Rossi, premiate dall'ingenuità di Favalli in area sul solito Pandev. Zarate torna al gol dopo quasi un mese, spiazzando un immobile Dida. Uno a uno in extremis e supplementari. Nei quali ancora Pandev è decisivo. Due minuti e il macedone stoppa da campione in area un pallone che dopo una serie di rimpalli spedisce in porta. Il Milan comunque ci prova. Un minuto e Ronaldinho su punizione colpisce il palo. Poi tanta grinta, ma poche idee ed energie finite. E allora vince la Lazio e passa ai quarti, meritatamente. Ritrova il successo in trasferta dopo oltre un mese, e un attacco che potrà anche prendersi qualche pausa, ma fa sempre paura.