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di GIANFRANCO GIUBILO

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Rendono attuali le perplessità del tifo, oltre ai rischi economici per una Roma eventualmente esclusa dall'Europa che conta, i nodi contrattuali, tornati alla ribalta anche grazie alle sparate dei kamikaze di «Marca», il quotidiano spagnolo che non si è mai negato nulla in fatto di trovate neanche tanto ingegnose. L'agenda del Real Madrid sembra più simile, secondo le voci, all'elenco telefonifico di una metropoli, perfino Ancelotti già promosso nuovo tecnico, anche se Galliani e l'interessato non ne sanno nulla e il rapporto tra il Milan e la Casa Blanca è notoriamente idilliaco. Per quanto riguarda la Roma, invece, il titolone dedicato ad Alberto Aquilani è già più attendibile, ma le basi sono le stesse che avrebbero potuto suggerirlo a un giornale di casa nostra. Proprio ieri ha avuto un'impennata la vicenda che da mesi, ormai, anima a fasi alterne le oneste cronache da Trigoria: convinta la Roma, ufficialmente, di poter trattenere il giovane talento azzurro, più cauta la posizione del giocatore e del suo clan. Alle prese con una moda che rimanda all'ultimo istante la questione dei rinnovi, e che in passato ha prodotto dolorosi addii senza ritorno economico, la società dovrà confrontarsi con una realtà, il suo bilancio e le sirene esterne, per nulla promettente. Neanche la Lazio si nega i suoi problemini di stagione, anche se la gestione monocratica del club propone scenari differenti. Ma non basta il vantaggio di avere una spesa per gli ingaggi ridottissima rispetto ai cugini, qualcuno è stanco della posizione di sottopagato. Orizzonti sereni per Zarate, che appare felicemente blindato, le nubi all'orizzonte riguardano soprattutto Pandev, che il prossimo anno potrebbe evadere a parametro insignificante. Anche Lotito, severamente economo, deve interrogarsi sui rischi dei ritardi di un rinnovo per ora tutto da discutere.

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