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È Lebron James il nuovo re dell'Nba

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Giovanissimo, con i suoi 23 anni e 323 giorni, ha incastonato un nuovo gioiello nella corona. È quello di aver abbassato il tetto dell'età del giocatore che per primo ha superato gli 11mila punti, record che era ad appannaggio di Kobe Bryant, un altro nelle cui vene al sangue si è mischiato il dna dei grandissimi. La stella dei Lakers però, rispetto a James, ha oggi qualcosa in più. Kobe ha già riempito la sua bacheca di anelli, quelli che simboleggiano la vittoria del titolo Nba, che sono andati a fare compagnia anche all'oro olimpico di Pechino. Questo, ad oggi, è l'unico successo, insieme ai titoli conquistati con la sua scuola superiore, la St. Vincent-St. Mary High School, da professionista di un Lebron James a cui ormai i Cleveland Cavs, la squadra che lo scelse al draft del 2003 quando saltò dal liceo al mondo dorato dei pro, sembra comincino ad andare un po' strettini. A gente come lui e Kobe sembra ci sia poco da insegnare. Lo ha dimostrato, Lebron James, nella vittoria su New Jersey, 82-106, che gli ha dato il nuovo record insaccando nel canestro degli avversari 31 punti e strappando anche l'applauso del pubblico di casa quando è salito in cielo per stoppare Devin Harris. Però anche in questa stagione si dovrà accontentare, a meno di un trade (scambio) clamoroso in corsa, di raccogliere solo elogi e record, perché per vincere dovrà attendere almeno l'anno prossimo se è vero che per lui potrebbero spalancarsi nuove prospettive. Si sa che Cleveland non potrà trattenerlo, sarà free-agent nel 2010, e la destinazione per lui potrebbe essere quella di New York, sponda Knicks, alla corte di Mike D'Antoni, che in pochi mesi sembra già aver rivitalizzato la franchigia della Grande Mela. «Non si arriva a Mount Rushmore (il sito dove sono scolpite le facce dei Presidenti degli Usa, ndr) restando ai Cavs. Per Lebron vedo solo due possibili approdi. I Lakers, ma lì c'è Bryant, oppure New York». Parole e musica di Sonny Vaccaro. Sì, proprio l'arzillo agente che ha condotto con Bodiroga la trattativa Jennings, portandolo a Roma. Lui negli Usa è una sorta di oracolo. E allora il biglietto di sola andata per il predestinato, direzione New York, sembra già essere stato prenotato.

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