Dopo il derby vinto tre gare-verità in una settimana per la Roma
Tre come le gare giocate con la formula senza esterni, l'ultima con una «Bestia» in più nel motore. Julio Baptista è diventato il nuovo idolo della metà giallorossa della Capitale e un punto fermo di Spalletti che ora vuole e deve insistere su di lui. Anche i compagni lo esaltano. «Julio è un grandissimo - dice Taddei a Sky - non lo conoscevo personalmente ma me ne sono accorto allenandomi con lui». L'obiettivo del tecnico è confermare Baptista senza fare a meno degli altri due terminali offensivi Totti e Vucinic. Così a Lecce il tecnico dovrà fare i conti con quel piacevole problema chiamato «abbondanza»: Perrotta è squalificato, ma tornano Pizarro e Aquilani, anche se quest'ultimo partirà inevitabilmente dalla panchina. Contro Chelsea e Bologna il cileno ha giocato da vertice alto del rombo di centrocampo, la stessa posizione occupata poi da Baptista nel derby: e adesso? Pizarro può convivere con il brasiliano e due punte? A Spalletti il compito di sciogliere il rebus. Due le strade possibili per la sfida di domenica: inserire Pizarro nel terzetto più arretrato del centrocampo, lasciando il brasiliano alle spalle di Totti e Vucinic; oppure avanzare Baptista, restituire al «Peq» il ruolo di trequartista e sostituire Perrotta con Taddei. La prima ipotesi è intrigante e complicata al tempo stesso perché costringerebbe Pizarro a compiti difensivi. Ma la Roma continua a creare poche occasioni da gol e una formula leggermente più offensiva può aiutarla a sbloccarsi definitivamente. Scegliendo la seconda opzione Spalletti dovrebbe invece rinunciare al tridente o presunto tale schierato con la Lazio: a Lecce potrebbe essere Vucinic a partire dalla panchina. Il tecnico, che ieri ha assistito al concerto di Antonello Venditti insieme alla famiglia e a Maria Sensi, riflette sull'immediato e non solo. Quando Aquilani sarà disponibile a tutti gli effetti proverà a trovare un posto anche per lui. Spalletti ha un'idea al momento irrealizzabile ma valida in prospettiva, soprattutto nelle partite contro avversarie che pensano soltanto a difendersi: terzetto di centrocampo formato da De Rossi-Pizarro-Aquilani e il «trio delle meraviglie» davanti. Una formazione spregiudicata ma che consentirebbe al tecnico di schierare i migliori giocatori. Almeno sulla carta. Per il momento è meglio continuare a pensare da «provinciale». Tradotto: Brighi non si tocca.