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Si riparte dal primato solitario ...

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Anomala, rispetto agli ultimi anni, la gerarchia capitolina, con la Lazio avanti di quattordici punti rispetto ai rivali ben più accreditati dai pronostici della vigilia. Mancata la conferma a Bologna dopo l'impresa europea, la Roma fronteggia una situazione del tutto nuova: non più il rischio di specchiarsi in se stessa, l'immagine sarebbe raccapricciante, ma quello di interpretare un ruolo desueto. Contro pronostico, secondo le indicazioni crudeli dell'avvio stagionale, fede e scaramanzia insieme per trovare motivi di conforto da parte dei tifosi avviliti da tante avversità, fede testimoniata dal ruolo di favorita nelle scommesse, le quote sono determinate non dai bookmakers, pacifici notai, ma da chi punta buoni soldoni. Aspetti psicologici, forse fondamentali, la classifica impone alla Roma di sfuggire alla depressione determinata da una posizione scomoda, ma anche la Lazio dovrà obbligarsi a un surmenage mentale per garantirsi la serenità. Cosciente delle proprie risorse, prodotto di un'attenta gestione del mercato, dovrà guardarsi dagli effetti di una possibile sbornia da alta classifica. Ha straordinarie risorse in attacco, Zarate già primattore, Pandev e Rocchi talento e senso della rete. Un limite è forse la inesperienza degli esterni in una difesa che, come del resto quella romanista, non dispone di un regista, anche se gente come Ledesma, e di là De Rossi, garantiscono solido aiuto. Delio Rossi non dovrebbe fare rivoluzioni, Spalletti dovrà scegliere tra il vecchio modulo, o il rombo con Julio Baptista. Auspicabile, comunque, uno spettacolo che le due tifoserie, tra le quali la rivalità non concede attualmente spazio all'astio, meriteranno di applaudire.

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