Il tridente torna in bilico
L'allenatore sceglie la linea morbida cercando di stemperare la febbrile attesa della stracittadina. La squadra sa ciò che deve fare. Le uniche incognite riguardano lo schieramento iniziale, con le quotazioni dei giocatori che salgono e scendono come i titoli in Borsa. Tiene - per ora - il titolo «Tridente» anche se i dubbi di Rossi potrebbero arrivare a scompaginare l'assetto tattico a poche ore dal calcio d'inizio. Mai, come oggi il tecnico è in difficoltà: la scelta non è affatto semplice, troppi i giocatori che in questo momento offrono garanzie specifiche. Mauri-Dabo-Brocchi: in tre per due posti, anche se il primo è anche il maggior indiziato a restare fuori, almeno inizialmente. Ma tra un'idea offensiva e l'altra fa capolino la conta numerica e l'allenatore teme di soffrire eccessivamente la superiorità a centrocampo dei giallorossi. E allora torna tutto in ballo, con Mauri che si ricandida per dare più equilibrio e garantire maggiore profondità. A quel punto, uno dei tre attaccanti sarebbe di troppo, e non vorremmo essere nei panni dell'allenatore. Se - da un lato - le tre punte rischierebbero di «mettere in sofferenza» il reparto centrale, dall'altro il tridente potrebbe sfruttare gli spazi lasciati dalla Roma «costretta» a fare la partita. Ieri i giocatori non hanno allenato le gambe, di certo hanno allenato la testa studiando i filmati delle ultime partite della Roma, compreso l'ultimo successo ottenuto contro il Chelsea e il pareggio ottenuto a Bologna. Le prove fatte contro il Catania non sono state pienamente convincenti, ma nel derby l'atteggiamento tattico dei giallorossi potrebbe essere ben differente. Una partita a scacchi da giocare a distanza, tra l'entusiamo e le ambizioni di una squadra che sembra davvero essere in salute. In ogni modo, a poco più di 24 ore dal calcio d'inizio del derby, l'idea predominante resta quella del tridente iniziale, come l'anno scorso quando Valon Behrami a tempo scaduto fece esplodere l'Olimpico segnando il gol decisivo sotto la curva Nord. La ricetta vincente resta sempre la stessa: testa e cuore.