Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Crisi di gioco e ...

Non chi, però, ha ancora forzieri pieni di soldi. E il pensiero non può andare che agli arabi che, nonostante la diminuzione del prezzo del greggio, non se la passano male quanto a liquidità. È con questo intento che in casa Roma si è presentato di recente un emissario del fondo sovrano del Qatar con la richiesta di acquisire una partecipazione azionaria. Rosella Sensi avrebbe puntato i piedi, e nonostante la precaria situazione finanziaria della Italpetroli a cui fa capo il pacchetto di controllo della società, la risposta sarebbe stata un secco no. A quel punto secondo quanto risulta a Il Tempo il fondo sovrano avrebbe aperto uno spiraglio nella trattativa evitando di insistere per l'ingresso e proponendo al presidente un'apertura di credito di 40 milioni di euro per fronteggiare improvvise richieste di rientro da parte degli istituti bancari. Un credito, e dunque soldi freschi, immediatamente esigibili a fronte del quale gli arabi si sarebbero accontentati di un semplice «accordo tra gentiluomini». E cioè un patto non scritto che di fatto consentirebbe al fondo del Qatar di avere una sorta di prelazione nel caso che l'attuale azionista di controllo della società, e cioè la famiglia Sensi, decidesse di mettere sul mercato la squadra oppure decidesse di ammettere un socio minoritario nella compagine sociale. Insomma gli arabi non ci sono ancora. Ma hanno già fatto la loro prenotazione per Roma. I Sensi provano comunque ad andare avanti da soli e sono attualmente impegnati nel complicato piano di rientro concordato con Unicredit per il debito di Italpetroli, che al 31 dicembre scorso ammontava a 277 milioni di euro. La prima tranche di 130 milioni di euro va versata entro fine anno, dal 2010 in poi andranno rimborsati altri 130 milioni.