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Con il cuore riaperto alla speranza ...

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Più che scomoda, addirittura umiliante quella quartultima posizione, a un punto dal baratro e due dal fanalino di coda retto dalla Reggina. Di questa crisi profonda sono state offerte tutte le spiegazioni possibili, fino alle più fantasiose che hanno attribuito ai giocatori la volontà di remare in senso contrario a quello del tecnico dei più esaltanti momenti di gloria. Del calo di rendimento di qualche uomo chiave, e soprattutto della virtuale scomparsa di quegli esterni che erano stati alla base dello spettacolo ammirato in Italia e in Europa, ha infine preso atto, magari con un po' di ritardo, anche Spalletti, umanamente legato al modulo che aveva propiziato marce trionfali. Dalle depressione del dopo-Chelsea si è saliti a pericolosi livelli di esaltazione, il viaggio a Bologna impone di recuperare immediatamente l'umiltà e la feroce concentrazione che aveva costituito la base di una riscossa nell'episodio teoricamente più complesso. Pur dichiarandosi aperto anche a un passo indietro rispetto alle modifiche così produttive del martedì di Coppa, Spalletti è parso propenso a confermare la fiducia alla formazione che prevedeva due punte, Totti e Vucinic, sorrette dai soprendenti margini di dinamismo garantiti da Brighi e Perrotta. Assestata la difesa tradizionale e relegata in panchina l'intera campagna estiva, la Roma si accinge dunque a dare conferma, a una settimana dal derby, delle sue possibilità di risalita anche in campionato. Potrebbe affidarsi, secondo riti scaramantici, ai grandi numeri, avendo finora perso puntualmente tutte le partite in trasferta: e per fortuna che sono esaurite le maglie bianconere, il filotto più recente ha parlato di Siena, Udinese e Juventus nell'ordine. Stavolta le difficoltà riguardano la forza della disperazione che animerà il Bologna e lo spirito guerriero tradizionalmente risvegliato dall'arrivo di un nuovo tecnico, un Sinisa Mihajlovich che a Roma conoscono fin troppo bene, dagli affanni in giallorosso all'esaltazione in biancoceleste. Occorrerà ignorare il gap tra i rispettivi organici, giocarsela secondo l'etichetta che la classifica crudelmente impone. Suonerà sgradevole, ma è uno spareggio per la salvezza.

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