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Carlantonio Solimene [email protected] Era destino che ...

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A far discutere sono soprattutto due episodi. Il gol annullanto al Torino contro la Samp per un fuorigioco inesistente e il rigore concesso al Milan contro il Napoli per un fallo di mano chiaramente involontario. In entrambi i casi, a segnalare la presunta irregolarità sono stati i guardalinee. Sbagliando. Quanto basta per mandare il presidente granata Cairo su tutte le furie e far coniare al vulcanico Zamparini lo slogan «Ridiamo il potere agli arbitri». L'errore ai danni del Torino è evidente e, in realtà potrebbe essere usato come prova da chi sostiene la teoria dei torti che, a fine campionato, si compensano. Alla Samp è stato restituito ciò che le era stato tolto contro il Milan (rigore inesistente concesso ai rossoneri sullo 0-0 con espulsione del difensore). Per compensare gli errori a favore della squadra di Ancelotti, però, ci vorranno almeno tre domeniche. La scalata dei rossoneri alla vetta, infatti, è stata agevolata da tre episodi molto dubbi nelle ultime 4 giornate. Del rigore contro la Samp si è già detto. Rimane il penalty su Inzaghi contro il Siena e l'arbitraggio di Rocchi contro il Napoli. Al di là del rigore concesso per il fallo di mano di Pazienza, che non ha inciso sul risultato, a fine partita Reja si è lamentato per una «cintura» su Cannavaro nell'area milanista. Non è evidentissima ma, a norma di regolamento, il rigore c'è. Che sia tornata la sudditanza psicologica? Ad avanzare il sospetto è Gasperini, allenatore del Genoa: «Verso le grandi un po' di sudditanza c'è ancora - ha detto - e il fattore campo in certi stadi inciderà sempre». Gigi Simoni rincara la dose: «La sudditanza esisterà sempre, investe chiunque nel momento in cui sei di fronte a una squadra o a un presidente importante».

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