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Alessandro Austini [email protected] C'è De Rossi al ...

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Così il centrocampista tende una mano al tecnico nel momento più difficile. «Noi dobbiamo fare bene il nostro lavoro - dice De Rossi - anche per l'allenatore perché abbiamo delle responsabilità nei suoi confronti. È quello che sta pagando di più al livello di critiche, ma dire che domani (oggi, ndr) giochiamo per lui mi sembra un discorso melodrammatico. A parte questo, tutti vogliamo che resti alla guida di questa squadra». Gli chiedono se il gruppo si è annoiato di seguirlo dopo tre anni e mezzo a ritmi vertiginosi. «Non è affatto così - risponde - il problema è fra tutti noi e non tra la squadra e il tecnico. Tutto nasce dalla situazione negativa che c'è adesso e si fatica ad uscirne. Ci sono aspetti negativi sul piano tecnico, tattico e fisico, ai quali si aggiungono alcune sviste macroscopiche degli arbitri. Da problema nasce problema, siamo entrati in un circolo vizioso. A Torino eravamo partiti bene e poi abbiamo preso un gol sotto l'incrocio: è un po' l'immagine di quello che ci succede». De Rossi non lo dice chiaramente, ma vuole che la società si prenda le sue colpe. «Le responsabilità vanno divise equamente per tre: squadra, allenatore e dirigenti. Il ritiro? Il gruppo accetta quello che gli dice la società, soprattutto in momenti dove bisogna fare qualcosa. Ma siamo sempre contro il ritiro, lo dico a nome di tutti. Non perché dobbiamo andare a ballare o a divertirci, visto che questa situazione ci rimane dentro anche quando usciamo da Trigoria. I ritiri non servono - aggiunge De Rossi - e mi dà fastidio che si spinga su questo tasto. Prima dormivamo a casa e ne abbiamo vinte tante di gare. Invece a Roma c'è ipocrisia, ci si dimentica tutto quanto di buono è stato fatto e poi stare a casa con amici e parenti è molto meglio che stare qui e guardare il soffitto». Lippi lo ha paragonato a Gerrard e Lampard, oggi si ritroverà di fronte un'altra volta il secondo: un duello che può risultare decisivo per spostare l'equilibrio del match. «Giochiamo contro una delle tre squadre più forti del mondo - ammette il giallorosso - nella sfida di andata non mi hanno impressionato, tante altre volte sì. E anche la Roma di Lione o Madrid può perdere contro questo Chelsea». Sarebbe la decima sconfitta su quattordici gare: la pazienza dei tifosi è già finita. Ieri è proseguita la contestazione fuori Trigoria. Ancora una volta pochi ma piuttosto agguerriti i tifosi che hanno atteso l'ingresso dei giocatori. Baptista è stato insultato, con tanto di manate sulla macchina. Quella di Tonetto è stata presa a calci dopo che il terzino aveva discusso domenica con alcuni contestatori. Aquilani, come ha fatto Spalletti l'altro ieri, ha invitato i contestatori ad entrare all'interno dell'impianto ed ha avuto un confronto con loro. L'aria attorno alla squadra è pesante, soltanto un risultato positivo stasera può evitare che diventi irrespirabile.

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