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Apre Pellissier, pareggio di Pandev

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Un'autorete rilancia i biancocelesti

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Il tecnico in avvio ripropone un 4-4-2 inedito: alla lunga lista dei centrocampisti indisponibili è necessario aggiunger Mauri e Foggia, squalificati per un turno. Nasce la doppia coppia di terzini, con De Silvestri-Radu esterni bassi e Lichtsteiner-Kolarov schierati sulla linea dei mediani al fianco di Ledesma e Dabo. Confermata la coppia di difensori centrali Siviglia-Rozehnal, così come il tandem offensivo formato da Zarate e Pandev. La Lazio parte male, sorpresa dal dinamismo del Chievo. Al 5' Pellissier sfiora il vantaggio con un colpo di testa che lambisce il palo. Passano sei minuti e Carrizo capitola. Marcolini avvia l'azione, Bentivoglio la rifinisce lanciando nello spazio Pellissier che con un sinistro in diagonale fulmina l'ex portiere del River Plate nell'occasione non impeccabile. La Lazio si rialza in piedi e dopo tre minuti trova il pareggio. Zarate lavora un ottimo pallone sulla sinistra, salta Malagò a ridosso della linea di fondo e appoggia indietro dove Pandev, ben appostato, di piatto supera Sorrentino. Il Chievo carica a testa bassa, la Lazio nelle retrovie vacilla. Al 15' Mantovani, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, sfiora di nuovo il vantaggio. Il terreno di gioco è allentato, la manovra non è fluida. A metà campo si lotta: contrasti al limite, scivolate, interventi decisi. Direzione di gara all'inglese, con Luciano che «randella» i laziali senza fare sconti. Alla mezz'ora Kolarov prova il sinistro dalla media distanza senza trovare lo specchio della porta. Ma è un lampo nella notte: i biancocelesti costruiscono poco, in avanti si cerca spesso la giocata personale ignorando il dialogo. Il colombiano Yepes spadroneggia e blinda l'area dei clivensi. Dall'altra parte si soffre, soprattutto sulla corsia di sinistra dove Radu e Kolarov non riescono ad arginare le offensive della squadra di Iachini. Bogdani svetta sull'ennesimo cross di Luciano prendendo il tempo ai centrali biancocelesti: l'albanese calibra male il suo colpo di testa. Nella ripresa Rossi inserisce Rocchi al posto di Kolarov, ridisegnando il modulo: si passa al 4-3-3 con Lichtsteiner come interno di sinistra e Rocchi accanto alle due punte. Il gioco della Lazio ne trae giovamento: gli uomini di Rossi iniziano a premere. All'undicesimo Ledesma lancia Rocchi: l'attaccante ignora Pandev - solo al centro dell'area - e calcia a rete: il suo pallonetto sfiora il palo. Poi Zarate da un saggio delle sue capacità tecniche saltando avversari come birilli: Mantovani spazza l'area di rigore. Dall'altra parte Bogdani risponde con un sinistro da venti metri che Carrizo respinge con tempestività. I biancoelesti spingono sull'acceleratore, mostrano una maggiore brillantezza. Sugli sviluppi di un corner Rocchi - ancora lui - staccando sul primo palo sfiora il gol con un colpo di testa. Ledesma è il padrone assoluto del centrocampo: al 26' recupera la palla sulla trequarti e mette Pandev davanti al portiere avversario. il macedone si fa ipnotizzare da Sorrentino che in uscita gli chiude lo specchio della porta. Rossi si complica la vita da solo togliendo Zarate per Makinwa, l'argentino non gradisce e lancia la giacca della tuta. Le due squadre sembrano accontentarsi, ma lo «Stellone» assiste dall'alto i biancocelesti. Cross di Radu dalla sinistra, Makinwa non ci arriva e Mantovani, a pochi passi dalla propria porta, mette dentro con un intervento maldestro. Tre punti in cassaforte e ali nuovamente spiegate: l'aquila torna a volare, impavida. Come sempre.

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