Contestazione? Solo sull'etere

Fuori Trigoria qualcosa è successo, ma con una partecipazione sicuramente inferiore rispetto alle attese. Con i gruppi della Curva Sud che si sono tirati fuori da qualsiasi forma di contestazione organizzata, ieri al «Bernardini» a protestare contro società, allenatore e squadra non erano più di cinquanta. Rumorosi e di pessimo umore, questo si, ma non più di cinquanta. Molti cori e qualche lancio sporadico di uova. Questo quanto avvenuto fuori dalle mura del Fulvio Bernardini. Una contestazione in tono minore tanto che a vigilare sulla serenità della giornata è stata mandata una sola volante della polizia. I tifosi hanno chiesto a più riprese di poter parlare con un rappresentante della squadra o con Spalletti, ma ai cancelli non si è presentato nessuno. Solo al termine dell'allenamento pomeridiano De Rossi si è avvicinato a dei tifosi «appollaiati» sul muro di cinta per tranquillizzarli. Mentre a Trigoria si lanciavano cori contro Italpetroli e contro Rosella Sensi, la vera contestazione, quella più numerosa e rumorosa, avveniva attraverso le radio. Praticamente una giornata di dirette con le linee telefoniche roventi per i tanti tifosi che volevano dire la loro sul momento della loro e che volevano manifestare rabbia e impotenza per una situazione da cui ancora non si è capito come uscire. Una tifoseria amareggiata, ma anche una tifoseria divisa nell'attribuire colpe e responsabilità. In tanti se la sono presa contro la società e contro la famiglia Sensi. Inevitabile il ritorno alle vicende estive, con il tormentone Soros vissuto come un'opportunità di rilancio da tanti tifosi e irrimediabilmente sfumato. È questa la colpa maggiore che molti attribuiscono alla famiglia Sensi: non aver concesso alla Roma e ai suoi tifosi la possibilità di un salto di qualità. Poi la colpa di una campagna acquisti inadeguata, con i giocatori arrivati non all'altezza o inadatti al gioco di Spalletti. E anche il tecnico non è stato risparmiato dalla critica dei tifosi. Cresce di giorno in giorno l'onda del malumore nei confronti di un allenatore che per molti sostenitori giallorossi non ha più il controllo della situazione. Poi la squadra naturalmente, rea di non impegnarsi a sufficienza, colpevole di non dare tutto in questo momento di difficoltà. E su internet, all'interno del social network Facebook, persino un gruppo contro il direttore sportivo Daniele Pradè. Tanto per non lasciarsi sfuggire un altro mezzo per contestare.