Banti affossa di nuovo la Lazio
Come già sottolineato dalla cronache, la direzione arbitrale del fischietto livornese é stata disastrosa, tanto da portare all'esasperazione gran parte dei giocatori laziali. Due rigori netti negati, cinque cartellini gialli, recupero della prima frazione quasi inesistente. La Lazio inoltrerà immediatamente ricorso che verrà preso in considerazione soltanto venerdì, dopo la trasferta di Verona. Difficile ipotizzare una riduzione della squalifica. Il signor Luca Banti, agente di commercio di 34 anni, ha diretto in questa stagione 4 partite: una sola vittoria interna e 3 successi esterni. É l'arbitro meno casalingo di questa prima parte del campionato. Ferma il gioco in media 34 volte, fischiando 2 volte su 3 a favore della squadra ospite. Fino a questo momento non ha assegnato alcun calcio di rigore. Le ammonizioni comminate sono in media 6 per partita (all'Olimpico ha sanzionato quattro calciatori laziali e uno del Napoli) ha espulso un solo giocatore, della formazione di casa. Sono solo numeri che la dicono lunga sul metro di giudizio del mediocre arbitro toscano, domani inviato dai mediocri Gussoni e Collina a dirigere Catania-Udinese, una delle partite più importanti della giornata. L'arbitraggio di Banti è l'ultimo di una serie che ha danneggiato la formazione di Rossi in queste prime otto partite di campionato. Il dossier inizia contro il Milan a San Siro il 21 settembre. Il signor Rizzoli nega due calci di rigore ai biancocelesti: il primo dopo sessanta secondi di gioco quando Kaladze stende Mauri. Il secondo nella ripresa (sul risultato di 3-1) per una spinta di Zambrotta sempre ai danni di Mauri. passano tre giorni e la Lazio affronta all'Olimpico la Fiorentina: finirà in goleada, ma sullo zero a zero De Marco di Chiavari nega un evidentissimo rigore a Zarate atterrato da Dainelli. Lo stadio esprime il proprio disappunto, il giorno dopo arriva la multa di mille euro! Il capolavoro del designatore Pierluigi Collina arriva domenica 19 ottobre quando, per Bologna-Lazio sceglie Tagliavento di Terni, coinvolto in Calciopoli - e poi scagionato - proprio per un Bologna-Lazio del 2005. L'arbitro è in totale confusione: ignora un'evidente posizione di fuorigioco di Di Vaio e, nella stessa azione, assegna un calcio di punizione dal limite da cui nasce il gol del vantaggio di Volpi. Il raddoppio arriva dopo un angolo scaturito dopo una punizione inesistente a vantaggio degli emiliani concessa per un intervento «pulito», sulla palla di Lichtsteiner. E si arriva a Lazio-Napoli. Anche qui la scelta di Banti di Livorno è discutibile. La rivalità tra la tifoseria laziale e quella labronica è nota, va oltre l'aspetto campanilistico e sportivo. Di mezzo c'è la politica. Sarebbe come mandare un arbitro israeliano per una sfida decisiva della nazionale palestinese. Del resto il signor Collina - miglior arbitro del mondo - fu in grado di negare un clamoroso rigore alla Lazio nella sfida decisiva per lo scudetto con la Juventus e giustificandosi in maniera singolare: «E' stata la palla ad andare verso la mano, non la mano ad andare verso la palla». Se questi sono i generali, non c'è da stupirsi che la classe arbitrale sia un'armata Brancaleone allo sbando. E i risultati sono disastrosi.