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«Male l'arbitro

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Ma io adesso sono a rischio»

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E Spalletti ammette: «A rischio? Si, mi sento a rischio. Questo d'altronde è il destino dell'allenatore e quando le cose non vanno bene è logico e naturale sentirsi a rischio». E prosegue con una dichiarazione che sembra un vero e proprio «j'accuse» nei confronti dei giocatori. «Dovrò usare metodi diversi per farmi capire. Si deve giocare con intensità, non traccheggiare in attacco e poi distrarsi in fase difensiva. Sapevamo come giocava l'Udinese e se abbiamo ripetuto gli errori che avevamo già fatto con l'Inter vuol dire che anche io ho sbagliato qualcosa, che non sono riuscito a farmi capire e devo trovare un metodo nuovo di lavoro». Poi analisi dettagliata sugli episodi di Saccani, per primo quello che ha portato il vantaggio dell'Udinese. «È un episodio che sposta il destino, la chimica della partita. In panchina ci eravamo accorti che era fuori area. Anche Saccani se n'era accorto e aveva indicato la punizione dal limite. È stato il guardalinee a suggerigli che era calcio di rigore. Sono errori che in un momento difficile come questo non fanno che complicarci la vita». Quindi il secondo episodio incriminato: l'intervento di Domizzi su Vucinic sanzionato con un fallo per simulazione dall'arbitro Saccani. «Sembra rigore anche a me, sicuramente l'ammonizione non ci sta, è assurda, e ci costerà la squalifica di un giocatore per la prossima partita». Quella di mercoledì sera con la Sampdoria. Una partita che la Roma preparerà in ritiro, come voluto dal presidente Rosella Sensi. Spalletti si adegua. «Io sono un dipendente e mi attengo a quanto deciso dalla società».

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