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Campionato «falsato» dai fischietti

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Perdere con una delle tre capolista della serie A ci può stare, eccome. Farlo soprattutto per le sviste dei fischietti, fa girare le scatole e rimanda a Collina - visto anche lo scorso campionato - che sta succedendo della famosa squadra arbitrale. La passata stagione, una formazione da retrocedere: quest'anno, pronta a ribadire la poco invidiabile condizione. Perché Banti a Roma e Saccani a Udine fanno molto, forse troppo, di sbagliato. La Lazio di Delio Rossi reclama per due calci di rigore non concessi, dopo i falli di La vezzi su Radu e di Santacroce su Zarate. Ci può stare perdere col Napoli, ma se Banti fosse stato più attento, forse, l'inerzia della gara, avrebbe preso un'altra piega. Per non parlare di Saccani, che a Udine tocca il fondo - un po' come la Roma - concedendo il rigore meno rigore che ci sia. Si fida del suo assistente Rossomando e non legge una situazione di gioco - entrata di Tonetto su Floro Flores - molto facile da interpretare: non ci sono mischioni in area di rigore, il difensore della Roma entra in scivolata e rimane il segno sull'erba, il riferimento della linea dell'area di rigore è ben visibile anche nell'inquadratura televisiva dal retroporta. Transeat, dicevano i nostri padri. Ma poi, sulla scomposta entrata di Domizzi su Vucinic, ecco un'altra perla: giallo per simulazione al montenegrino il cui piede - lo scarpino è bianco, ben visibile sul verde del prato - rimane chiuso dai due piedi dell'ex napoletano. Per carità, la metamorfosi orribile della Banda Spalletti non dipende certo dall'orribile giornata di Saccani. Che per completare l'opera, in un assurdo concetto di compensazione, regala un inutile rigore alla Roma. Ma qui, e ci rivolgiamo a Collina, c'è in ballo il bene supremo del nostro calcio: quando il designatore e allenatore dei nostri fischietti riuscirà a far vedere la sua mano, regalandoci una squadra di direttori di gara all'altezza del nostro campionato?

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