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Delle quattro classiche che l'ottavo ...

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Ma tanti i motivi di contrasto tra le tifoserie, dagli spareggi per evitare la C, i napoletani a sostenere compatti Taranto e Campobasso, i supporters venuti da Roma picchiati e insultati. E perfino un gol visto da tutti, ad eccezione del mestrino Rigato, il tiro di Seghedoni avrebbe promosso la Lazio ai danni proprio del Napoli. Logico blindare lo stadio dall'invasione del tifo avverso: la fiducia accordata, con molta leggerezza, per l'incontro con la Roma, ridotta in briciole dal vandalismo dei teppisti, nelle stazioni prima che nell'impianto. Nell'auspicio che la sfida onori lo sport, e insieme la qualità delle protagoniste, lo spettacolo non dovrebbe mancare, con tanti interpreti di lusso, da Zarate e Lavezzi, al recuperato Pandev, ai tanti giovani che Pier Paolo Marino ha regalato a Reja, cone Hamsik, Santacroce, Maggio. Delio Rossi ha richiamato i suoi all'umiltà, ma anche all'allegra spavalderia che aveva propiziato lo splendido avvio. Umore tendente al grigio sull'altra sponda romana, latitano i gol con picchi negativi da record, la difesa non propizia un minimo di tranquilltà, non basta a produrre inversione di tendenza la visita al Friuli. L'Udinese seconda, la Roma quattordicesima, l'indirizzo del pronostico sarebbe stato improponbile nelle ultime stagioni, adesso si deve pensare al meno peggio, qualche timido recupero, Pizarro e Tonetto, nuove defezioni pesanti come quella di Aquilani. Ci vorrà un'impresa per lasciare indenni il Friuli, un pari non sarebbe da buttar via, a patto di rivedere almeno sporadiche immagini della Roma vera. Nei due anticipi, l'alta classifica era di scena a Siena con la rivelazione Catania, capace di salire da solo al secondo posto, ma i toscani avevano dominato. Agonismo rovente nel derby torinese, doppia crisi in campionato e fame di punti per uscirne: si alza da tavola soddisfatta soltanto la Juve, risolve il solito Amauri. Spettacolo modesto, avari palpiti.

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