Amauri si prende il derby

Il Toro, dal canto suo, deve cominciare seriamente a preoccuparsi: la classifica piange e l'appuntamento casalingo di mercoledì contro l'Atalanta potrebbe anche diventare cruciale per il futuro di De Biasi. Che ci sia un po' di timore nell'affrontarsi è confermato dalle squadre che i due tecnici mandano in campo: Ranieri sceglie De Ceglie come vice Nedved, a sua volta dirottato in mezzo al campo in coppia con Sissoko. Idem per De Biasi: Rubin sulla linea dei centrocampisti e davanti a Pisano, con Rosina seconda punta al fianco di Bianchi e Amoruso relegato in panchina. La fucilata iniziale è tutta juventina: Sissoko, dal limite, fa venire qualche brivido a Calderoni, sostituto dell'infortunato Sereni. Non basta, perché il maliano è scatenato e ci riprova dai 25 metri spolverando i guantoni del numero uno granata. È la Juve che fa la partita e Pisano deve immolarsi sulle mezza girata di Amauri. Il Toro è timido, almeno all'inizio, non trovando in mezzo al campo un giocatore in grado di far correre la palla: Bianchi finisce quasi sempre in fuorigioco, Barone è imbarazzante nella sua pochezza tecnica Rosina e Abate non vedono quasi mai il pallone. I granata ringraziano ancora Calderoni appena dopo il ventesimo: l'ex atalantino è decisivo due volte su Marchionni. Almeno fino a quando Manninger si inventa due mezze papere, in uscita, che restituiscono vigore al Toro, potenzialmente vicino al vantaggio con un cross di Rosina e una mezza svirgolata di Bianchi sulla quale Legrottaglie è attento ad anticipare Rubin. Del Piero e Amauri, in compenso, non si vedono molto. Che finisce in parità, senza grandi giocate ma con la solita grinta. Il canovaccio cambia a inizio ripresa: Rosina perde palla in mezzo al campo, Nedved la recupera, Amauri la butta dentro dopo una fuga di trenta metri. De Biasi cambia, logicamente: Abbruscato per Rubin e avanti sperando che qualcuno accenda la luce. Una minisveglia arriva anche, ma Legrottaglie è bravo ad anticipare Bianchi su cross di Diana e l'ultima carta prevede l'inserimento dell'ex Amoruso, proprio al posto del suo ex compagno ai tempi della Reggina. Mischie, furore, rabbia: nulla cambia, però, nonostante un brivido finale regalato proprio da Amoruso. Finisce con la Juve che gioisce, Del Piero che arringa la curva e la sensazione che la Signora sia davvero pronta a recitare di nuovo un ruolo di primo piano anche nella lotta per il tricolore.