Roma, maledizione inglese
Li punisce un gol di Terry su palla inattiva, ma la serata è tutt'altro che da buttare. Serviva un segnale di ripresa ed è arrivato bello forte nonostante la sconfitta contro gli inglesi che ora guidano sereni il girone a quota sette. E il ko, oltre alla bella prova di una Roma mai fuori di testa, che ha imparato a soffrire, a giocare anche partite senza guardasi allo specchio, senza eccessi di zelo, fa meno male soprattutto grazie al successo casalingo dei francesi del Bordeaux contro il Cluj. Tutto aperto, nonostante le perdite di Pizarro, Juan e Aquilani in corsa. E ora con la stessa testa, voglia e grinta a Udine per tornare a dire qualcosa anche in campionato. Come da pronostico è il Chelsea a fare la partita. Grande velocità, la palla gira sempre o quasi di prima e i giallorossi sembrano accusare la partenza a razzo dei padroni di casa che su questo campo non perdono una partita da 73 uscite. Ma Spalletti è stato chiaro con i suoi, ha chiesto calma, attenzione e una copertura maggiore. Vuole una Roma più compatta rispetto a quella fin troppo offensiva vista contro l'Inter. E col passare dei minuti i giallorossi prendono campo, grazie anche a un Totti in grande spolvero: almeno un paio di palle delle sue servite ai compagni. Dietro Cicinho annulla dal campo Malouda (costringendo Scolari a cambiarlo all'inizio della ripresa con Belletti) e nel mezzo la coppia Panucci-Mexes fa un buon lavoro di pulizia. Alla fine la Roma rischia solo su un calcio piazzato che Lampard stampa sull'incrocio dei pali. Ripresa fotocopia con il Chelsea che continua a fare la partita e la Roma che tiene botta e non indietreggia. La squadra di Spalletti resta compatta, non si distrae e non cade nel tranello di voler per forza giocare il suo calcio. Il greco Vassaras ci mette anche del suo graziando Carvalho per un fallo da espulsione su Brighi prima e concedendo poi una punizione assurda per un fallo che sempre il povero Brighi subisce da Anelka e si vede invece fischiato contro. Poi altra tegola: si blocca di nuovo Aquilani che chiede il cambio. Dentro Perrotta. Quindi la Roma prende il primo rischio su palla inattiva: altra punizione di Lampard, testa di Kalou ma Doni c'è. Ma la beffa è dietro l'angolo e porta la firma di capitan Terry che entra di testa sull'angolo calciato da Lampard: trova un varco tra De Rossi e Taddei trafiggendo l'incolpevole Doni. Fa uno a zero, peccato. La Roma esce comunque a testa alta dallo Stamford Bridge terra inespugnabile del Chelsea che fu di Mourinho e ora è nelle mani di Scolari. I giocatori vanno sotto la curva a regalar la maglia alla loro gente spettacolare e ricevere il giusto tributo. Poi tutti a casa perchè domenica si va a Udine: e sarà tutt'altro che una passeggiata.