Ho spesso raccontato la mia passione per i «numeri 10» che ...

Se si esclude Michel Platini la memoria non mi suggerisce altri miei «favoriti» che abbiano fatto una bella carriera dirigenziale. Non Pelé, o Di Stefano, Sivori, Rivera, non Bulgarelli (8 di maglia, 10 di prestigio), non Maradona, né Baggio, tanto per dire, mentre si sente dire che nel futuro di Del Piero ci sia una poltrona juventina. Ai «poeti del gol», ai «piedi buoni» di memoria bernardiniana (un'altra eccezione importante, quella di Fulvio, che però aveva occupato ruoli tecnici molteplici - fu anche portiere - e brillò anche come ottimo giornalista sportivo) non tocca quasi mai, fra l'altro, una buona carriera da allenatore cui sono destinati difensori, centrocampisti e anche portieri abituati a «gestire» i compagni in campo. Ebbene, l'altra sera, mentre apprezzavo le preziose giocate di Totti (purtroppo vanificate da una Roma complessivamente smarrita) e più tardi ammiravo i suoi interventi dialettici alla Domenica Sportiva mi sono convinto che Francesco sarebbe un ottimo presidente della Roma. Domani, naturalmente; anzi, dopodomani, più tardi possibile, insomma, perché ha dimostrato una volta di più di saper combattere la sfiga, gli incidenti e di recuperare sempre la miglior condizione a costo di pesanti sacrifici personali. Ho letto che alla bella maturazione dell'ex Pupone ha collaborato anche Ilary Blasi, la moglie bella e intelligente che come minimo gli ha cambiato la vita; luogo comune vorrebbe che si dicesse «dietro un grande uomo c'é sempre una grande donna», ma io credo che la banalità sia ampiamente superata dal duo Francesco-Ilary con la semplice constatazione che entrambi hanno contribuito a migliorare il partner. Detto questo, trovo che Totti presenti una somma di qualità a dir poco insolita, certo straordinaria, per fare il Numero Uno in casa giallorossa: fedeltà alla bandiera, popolarità senza precedenti, condotta tecnica superlativa, ottima quella personale per buonsenso, generosità, cultura sociale; eppoi, non guasta, sa amministrare al meglio la propria ricchezza conquistata con il lavoro. Non solo carisma, dunque, ma una umanità complessa che lo indica capace di continuare ad esser uomo di successo - in un ruolo di effettiva responsabilità, non onorario - anche dopo aver chiuso con il calcio attivo.