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Alessandro Austini [email protected] La normalità di ...

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Pesano di più i successi nerazzurri: tre scudetti, due coppe Italia e altrettante Supercoppe. E ci mancherebbe il contrario vista la differenza di investimenti tra le due società. Ma se l'Inter ricchissima di Moratti e Mancini non ha fatto «strike» il merito spetta alla Roma che i suoi tre trofei se li è comunque portati a casa dopo tanti anni di digiuno. Nove le vittorie complessive dei milanesi dal 2004/05 in poi, compresa la più recente ai rigori in Supercoppa, cinque le affermazioni romaniste e solo quattro i pareggi. Il nuovo «derby d'Italia» è garanzia di spettacolo: ben 62 i gol segnati in diciotto sfide, per una media di 3,44 a partita. L'equilibrio si riflette nel dato delle reti: 33 a 29 per l'Inter. Tante le sfide da ricordare e vietate ai cuori deboli. Dal 3-3 del 2004 con Del Neri sulla panchina giallorossa al pirotecnico 4-3 della Supercoppa 2006, con la Roma in vantaggio 3-0 dopo mezzora e incapace di gestire la partita fino a soccombere. Nella stessa stagione la squadra di Spalletti si è tolta lo sfizio di rimandare la festa-scudetto dei rivali, imponendosi 3-1 in un San Siro che ormai non è più uno stadio-tabù. Immancabili le polemiche, prima e dopo le sfide più importanti: l'1-1 dell'anno scorso in campionato, con la direzione sciagurata dell'arbitro Rosetti, ha indirizzato il tricolore verso Milano. Rivali agguerrite sul campo, alleate fuori. Da quando Rosella Sensi ha ereditato lo scettro dal papà Franco, gli affari di mercato con Moratti si sono susseguiti anno per anno. A condizioni sempre «particolari». Nell'estate 2006 la Roma è riuscita a strappare Pizarro all'Inter tra l'incredulità generale, mentre Dacourt passava a parametro zero dalla Capitale a Milano. L'anno dopo Chivu, prossimo alla scadenza del contratto, è stato stra-pagato dai nerazzurri, con la promessa Andreolli che ha preso la via di Trigoria. Infine la cessione di Amantino che ha ricalcato quella del romeno: tanti soldi spesi dall'Inter per un giocatore acquistabile gratis sei mesi dopo. Domani per la prima volta non sarà una gara da vertice, visto che i giallorossi navigano sconsolati nelle acque torbide della bassa classifica. Ma battere l'armata di Mourinho vorrebbe dire portarsi a soli tre punti di distanza con un campionato tutto da giocare. Da qualche giorno in città si respira un rinnovato entusiasmo. Sono bastati i gol in nazionale di Aquilani e Vucinic per risvegliare un ambiente depresso dopo un avvio di stagione pieno di delusioni. E l'Olimpico è pronto a riempirsi dopo tanto tempo: ventimila i biglietti già venduti, sono attesi sessantamila spettatori, inclusi oltre tremila tifosi interisti. Ieri sono andati esauriti gli ultimi biglietti dei Distinti Nord, restano disponibili solo le tribune.

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